(DIRE) Roma, 30 mag. - Sì a rete formativa costituita sia da strutture universitarie sia da strutture ospedaliere e territoriali del SSN, sviluppo di carriera con la graduazione delle funzioni professionali e gestionali, richiesta rimodulazione standard e fabbisogno di personale.
L'Intersindacale medica ritrova l'unità su questi punti contriversi della delega lavoro prevista dall'articolo 22 del Patto per la Salute. E in vista della prossima riunione dell'8 giugno del Tavolo presso il Ministero, rilancia le sue proposte in un nuovo documento inviato a Lorenzin e De Filippo, contenente anche le osservazioni alle proposte presentate dalle Regioni.
Ma tra i nodi da sciogliere resta il punto B che riguarda le misure per l'accesso al Ssn, su cui i sindacati (dopo essersi spaccati) hanno ripreso il dialogo ma non hanno ancora trovato la quadra. I sindacati richiedono poi lo stralcio e l'inserimento in altro provvedimento per le norme sulla stabilizzazione dei precari per le quali vengono proposte precise linne guida da seguire per risolvere la questione.
Ma ecco in sintesi le proposte dell'Intersindacale (ANAAO ASSOMED - CIMO - AAROI-EMAC - FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN - FVM - FASSID (AIPAC-AUPISIMET-SINAFO-SNR) - CISL MEDICI - FESMED - ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI - UIL FPL MEDICI - UGL MEDICI - CIMOP - FIMMG - SUMAI - SMI - INTESA SINDACALE (CISL MEDICI-FP CGIL MEDICI-SIMET-SUMAI) - FESPA - FIMP - CIPE - SIMPEF - ANDI - ASSOMED SIVEMP - SBV).
Formazione Università-Ssn. In primis si chiede l'individuazione dei distinti fabbisogni complessivi. In seconda battuta si prevede l'istituzione della rete formativa regionale costituita sia da strutture universitarie sia da strutture ospedaliere e territoriali del SSN, compresi gli istituti Zooprofilattici sperimentali, pubbliche e private accreditate e contrattualizzate che abbiano ottenuto l'accreditamento per la formazione specialistica sulla base di criteri condivisi tra MIUR, Ministero della Salute e Regioni. Dovrà essere anche predisposto un nuovo sistema di accreditamento che preveda anche criteri come il volume complessivo delle attività; la complessità della casistica; il livello tecnologico delle strutture. Chiesta poi la revisione della composizione e dell'organizzazione dell'Osservatorio regionale, e di quello nazionale. Per quanto riguarda la formazione specialistica cui si accede con il requisito del titolo di laurea, abilitante all'esercizio della relativa professione, quale requisito di accesso. Nello specifico dell'attività si dovranno rispettare dei criteri di rotazione periodica. Ci dovrà coerenza con gli obiettivi definiti dagli ordinamenti didattici dei relativi corsi di specializzazione e di formazione. Previsto anche l'affiancamento del professionista specializzando e formando da parte di un tutor, in servizio attivo, non impegnato in altre attività nelle procedure invasive. Per la valutazione finale del laureato in formazione specialistica essa si prevede debba essere affidata alla Scuola di specializzazione, tenendo conto delle valutazioni e certificazioni formulate dal tutor e dal responsabile della struttura ove ha avuto luogo la formazione pratica.
Medicina generale. La proposta è di individuare, nell'ambito del riordino della assistenza territoriale, una rete formativa territoriale per la Medicina Generale e allo svolgimento in essa delle attività professionalizzanti del medico di medicina generale in formazione. Per quanto riguarda la pediatria territoriale si propone di prevedere l'accesso agli studi del pediatra di famiglia per l'acquisizione delle specifiche competenze. "Sarà oggetto di separata valutazione" invece il punto B, quello caldo che riguarda l'accesso e su cui c'è stata una spaccatura all'interno delle organizzazioni sindacali.
Sviluppo carriera. L'obiettivo è disciplinare lo sviluppo della carriera e la graduazione delle funzioni professionali e gestionali. Prevista anche l'implementazione dei sistemi di valutazione delle competenze professionali acquisite, su indicatori condivisi i sindacati. Proposto anche l'affidamento al dirigente medico, veterinario e sanitario specialista, al superamento del terzo anno di servizio cumulativo, di incarichi superiori a quelli di base, attraverso l'applicazione dei previsti istituti contrattuali e di procedure a carattere selettivo disciplinate dal contratto.
Fabbisogni. La richiesta è d'individuare, d'intesa tra il Ministero della Salute, le Regioni e sentite le OO.SS. di categoria, una metodologia di determinazione del fabbisogno degli operatori dell'area sanitaria, a livello regionale e nazionale, afferente al sistema pubblico e privato, valorizzando iniziative promosse dalla comunità europea.
Standard personale. Gli standard di personale ospedaliero e territoriale dovranno tener conto: 1. degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali, da garantire in maniera omogenea in tutto il Paese; 2. di parametri qualitativi, di efficienza di utilizzo delle risorse umane e di efficacia e sicurezza organizzativa e clinica, nonché dei vincoli della normativa europea in tema di orario di lavoro e sicurezza delle cure; 3. delle reti di offerta territoriali ed ospedaliere e del loro sviluppo, 4. dei cambiamenti della domanda di salute, legati in particolare alle modifiche demografiche ed epidemiologiche; 5. della evoluzione tecnologica; 6. dell'evoluzione delle competenze dei professionisti sanitari; Stabilizzazione precari. I sindacati richiedono "lo stralcio di questo punto da inserire in una legge a più rapida approvazione". In ogni caso dettano alcuni principi che la misura dovrà seguire. Tra le proposte viene confermata anche quella di prevedere un tetto massimo di rapporti atipici, libero professionali, di consulenza, di collaborazione coordinata e continuativa, a progetto, o comunque non rientranti nel CCNL della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, cumulativo non superiore al 2% dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato in servizio nel ruolo della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria".
(Wel/ Dire)