(DIRE) Rimini, 23 mag. - "Quest'anno intendiamo destinare parte dell'aumento da due miliardi di euro del fondo per la sanità al personale". Creando un fondo iniziale da 200-300 milioni di euro, rimpinguabile, e intervenire così sulle stabilizzazioni, sullo sblocco del turnover e sull'accesso alla professione. Comunque i calcoli precisi saranno fatti in sede di legge di Stabilità, ma di sicuro la "cifra è sostenibile". A Rimini per il convegno organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, 'Guardiamo al futuro', il ministro per la Salute Beatrice Lorenzin, ha ricostruito il percorso di riforma avviato nel 2013, dettando le priorità per i prossimi anni: il finanziamento del fondo per gli innovativi e dunque la garanzia dell'accesso da un lato; il personale dall'altro.
"Sono contraria- ha sottolineato- alla proletarizzazione della classe medica, il valore va remunerato". Invece si viene da 10 anni di blocco del turnover e del rinnovo dei contratti, e "non si fanno più primari". Per cui è necessario "mettere ordine nel settore con un approccio meritocratico chiaro e trasparente, per step, che permetta di tornare alla normalità". Fare il medico, ha proseguito il ministro, "non è un lavoro comune, ha un aspetto etico valoriale enorme". E "se ci sono delle mele marce, l'importante è buttarle via". Ma di certo negli anni di crisi il Sistema sanitario nazionale ha fatto da "collante sociale, è stato fondamentale tenendo un pezzo di welfare importantissimo". Ora occorre lavorare per mantenerlo "universalistico vincendo la frammentazione".
Perché c'è un problema di sostenibilità "enorme", per fare fronte all'aumento di domanda sanitaria e di assistenza. La soluzione passa per "mettere insieme medici, pazienti e istituzioni, anticipando le politiche di governance e cambiando paradigma". Infatti se il sistema salute produce il 12% del Pil, può fare ancora meglio "grazie al capitale umano, di conoscenza". L'Italia è più attrattiva di altri Paesi per gli investimenti, con il prezzo medio farmaco "più basso d'Europa". Sul fronte ricerca Lorenzin pensa al modello irlandese con tre livelli di carriera per 15 anni e a seguire il "doppio binario". Intanto sta per incassare dal ministero delle Finanze il "placet" sul Piano vaccinazioni. E ha ribadito che la chiave per il successo è il "coinvolgimento della società scientifica": è necessario un "confronto permanente".
Altra questione "faticosa" riguarda l'appropriatezza, anche organizzativa che andrebbe insegnata all'università. E' necessario "abbandonare il posto letto come unità di misura", passando alle prestazione, ma per farlo "la macchina deve essere perfetta"; inoltre occorre "ridurre al minimo gli eventi fuori controllo", come il caso del tentato stupro in un ospedale. Da ultimo il ministro ha messo in evidenza la necessità di "convincere le Regioni ad aumentare la qualità della formazione", per esempio con la proposta di "un ospedale di formazione territoriale".
Con l'obiettivo, ha concluso, di "mantenere un grande sistema sanitario universalistico e garantire uguale accesso alle cure ovunque si è nati. Ora la situazione è indegna e il gap va affrontato assieme".
(Wel/ Dire)