(DIRE) Roma, 11 mag. - Gli uomini e le donne sono diversi anche nel modo di ammalarsi e rispondere a farmaci e cure mediche. Da questa evidenza scientifica prende le mosse la proposta di legge presentata in conferenza stampa a Montecitorio dalla prima firmataria, l'onorevole del Pd Paola Boldrini, insieme al collega in Commissione Affari sociali, Federico Gelli, e alla presidente della Commissione Parità della Regione Emilia-Romagna, Roberta Mori. "Questa legge- ha spiegato Boldrini- prevede divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie inerenti la ricerca, la prevenzione, la diagnosi e la cura basate sulle differenze derivanti dal sesso e dal genere".
In particolare, la legge richiede al ministero della Salute di adottare linee guida "attente al genere per la gestione delle diverse patologie- ha proseguito la deputata del Pd- e l'istituzione di un Osservatorio nazionale, con il compito di raccogliere, coordinare e trasferire dati epidemiologici e clinici al fine di assicurare il raggiungimento dell'equità nel diritto alla salute". Si tratta dell'approccio conosciuto "come medicina di genere- ha quindi aggiunto Mori- che la Regione Emilia-Romagna ha assunto con l'articolo 10 della legge quadro per la parità n. 6/2014".
Come coordinatrice nazionale delle Commissioni di Pari opportunità regionali, Mori considera poi il testo presentato alla Camera "un passo fondamentale verso l'appropriatezza e l'efficacia delle prestazioni sanitarie nel nostro Paese". Come illustrato dagli esperti presenti in conferenza stampa, le donne si ammalano con sintomi e per motivi diversi dagli uomini, inoltre assumono più farmaci e li assorbono in maniera differente andando incontro spesso ad effetti avversi, anche perché in gran parte i farmaci sono ancora studiati sugli uomini.
"Un sistema di ricerca e sanitario che si fonda sull'approccio al genere in modo strutturale e trasversale- ha evidenziato ancora Mori nel suo intervento- è un sistema equo che fa prevenzione, risparmia nei costi e aumenta il benessere di tutti, uomini e donne". La proposta di legge 'Disposizioni per favorire l'applicazione e la diffusione della medicina di genere' ne prevede l'inserimento all'interno del Patto della salute e un ruolo forte di promozione del ministero, in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e Province Autonome, verso l'attuazione di Piani sanitari e di prevenzione regionali che tengono conto del genere come fattore ndeterminante.
(Wel/ Dire)