(DIRE) Roma, 10 mag. - Si chiama Aiom-HuCare ed è la prima Scuola di Umanizzazione in Oncologia in Europa. Sono coinvolti in questo progetto 43 reparti distribuiti su tutto il territorio nazionale con l'obiettivo di individuare e ridurre del 75% i casi di ansia e depressione. Questi disturbi interessano in maniera grave almeno il 35% dei pazienti oncologici, ma oggi solo un terzo dei casi è diagnosticato e curato. La Scuola è presentata oggi in un convegno nazionale a Milano al Palazzo delle Stelline, dove ha sede. "Vogliamo cambiare il modo di lavorare nei reparti e formare i medici e gli infermieri perché acquisiscano le competenze e le capacità per una efficace comunicazione con i pazienti e i familiari- afferma il prof. Rodolfo Passalacqua, responsabile scientifico di HuCare e direttore dell'Oncologia di Cremona- L'obiettivo è applicare interventi psico-sociali uniformi ed efficaci a tutti i malati nelle Oncologie del nostro Paese, a partire dal modo in cui i pazienti vengono accolti, allo screening per diagnosticare il livello di sofferenza psichica da indicare nella cartella clinica, alla presenza di uno psicologo in corsia a cui vengono indirizzati i malati colpiti da disagio psichico grave". Il primo Progetto HuCare-1, iniziato nel 2008 e concluso nel 2011, ha coinvolto 28 centri e ha dimostrato la realizzabilità di una strategia di implementazione, introducendo nella pratica sei interventi psicosociali raccomandati nelle linee guida internazionali.
"Grazie a questa strategia- continua il prof. Passalacqua- è stato possibile modificare l'assistenza fornita nei 28 centri: oltre il 75% dei pazienti ha ricevuto le misure previste e il livello di ansia e depressione è diminuito del 75%, passando dal 35% dei casi a meno del 20%. La Scuola utilizzerà la HuCare Quality Improvement Strategy (Hqis), che abbiamo ideato e sperimentato e che prevede sei interventi: la formazione di tutto lo staff clinico per migliorare le capacità comunicative e relazionali; lo screening dei pazienti per misurare l'ansia e la depressione; lo screening dei bisogni sociali; l'assegnazione di un infermiere di riferimento a ogni paziente; l'utilizzo di una lista di domande per tutti i malati per favorire la comunicazione con il medico; un percorso strutturato per fornire a malati e care-giver informazioni in modo corretto. Inoltre nella scuola faremo corsi di consolidamento di un giorno destinati alle strutture coinvolte nel primo Progetto HuCare-1, per verificare l'applicazione nel tempo degli strumenti già acquisiti. E partirà quest'anno uno studio, HuCare-2, su altri 15 reparti. Tutto il personale parteciperà alle lezioni, della durata di 3 giorni per i medici e di 2 giornate e mezzo per gli infermieri". Il numero di partecipanti a ciascun corso sarà limitato per ottimizzare il lavoro di formazione: 20 negli eventi per i clinici e 30 in quelli per gli infermieri. Con questo secondo progetto sarà misurata non solo l'applicazione degli interventi ma anche la qualità di vita dei malati, scopo principale di tutte le cure. "L'Aiom è la prima società scientifica in Europa a creare una scuola di umanizzazione. In Italia, negli ultimi quarant'anni il numero di nuovi casi di tumore è aumentato, passando da 149mila nel 1970, a 234mila nel 2000, a 360mila nel 2011, fino a 363mila nel 2015. Molto spesso queste persone presentano disturbi d'ansia e depressivi che interferiscono in maniera significativa con l'adesione alle cure e con la qualità della vita. Ma solo un terzo dei pazienti con quadri di disagio psichico grave viene riconosciuto, è quindi frequente la sottovalutazione dei casi di sofferenza psicologica che dovrebbero invece essere degni di attenzione clinica. In realtà ansia e depressione vanno rilevate subito, come avviene per i parametri vitali, al pari di temperatura corporea, frequenza cardiaca e respiratoria, pressione arteriosa e dolore", spiega il Presidente nazionale, prof. Carmine Pinto.
Un'assistenza oncologica ottimale deve integrare le cure psicosociali con i trattamenti abituali, individuando precocemente e intervenendo sulle conseguenze psicologiche e sui bisogni sociali. "Le raccomandazioni, basate sulle evidenze scientifiche, di come ciò vada fatto esistono da diversi anni, ma la loro applicazione nella pratica non è automatica- sottolinea il prof. Pinto- È quindi necessario mettere in atto interventi strutturati per sostenere le Oncologie italiane nel processo di implementazione. E la nostra Scuola, con corsi di dimostrata efficacia, risponde a questa esigenza. La comunicazione e la relazione con i pazienti sono state tradizionalmente considerate di minore importanza, pertanto vengono raramente inserite nei corsi di laurea per medici e infermieri. Abbiamo inoltre ampliato la lista delle 'domande-chiave' che vengono assegnate a tutti i pazienti rispetto a quelle previste nella prima fase del progetto HuCare, perché in questi anni sono emersi nuovi bisogni sociali e lavorativi legati alla crisi economica". Oltre a migliorare il benessere emotivo e la salute mentale, le cure psicosociali hanno dimostrato di consentire una migliore gestione dei sintomi correlati alla malattia e degli effetti avversi del trattamento. "Diversi fattori rendono la comunicazione in oncologia particolarmente difficile. Da un lato, i pazienti possono avere paura di porre domande percepite come insensate o di rubare tempo al medico. Spesso il malato è sopraffatto dall'emozione durante la visita e, una volta a casa, si rende conto di non aver posto al clinico questioni importanti. Dall'altro lato, per l'oncologo può risultare difficile rilevare alcuni bisogni informativi, in particolare sulla prognosi, e decidere quali temi affrontare in base all'interlocutore e alle sue esigenze. Se le informazioni non vengono fornite in modo adeguato, al momento giusto e in un contesto appropriato, le conseguenze psicologiche sul paziente possono essere pesanti, fino a sintomi ascrivibili al disturbo post traumatico da stress acuto. Inoltre, una cattiva comunicazione, non mirata a favorire la comprensione e il ricordo delle informazioni, può avere un impatto negativo sulle scelte terapeutiche del paziente", continua la dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto Aiom.
La Scuola, voluta da Aiom e da MEDeA Medicina e Arte onlus, associazione di volontariato di Cremona, ha un comitato scientifico costituito dai più importanti esperti a livello internazionale. "Nello studio HuCare-2- spiega il prof.
Passalacqua- valuteremo la qualità di vita dei malati, prima e dopo l'introduzione degli interventi. I risultati saranno disponibili fra due anni. In generale, tutte le strutture coinvolte nel progetto verranno costantemente monitorate per verificare l'applicazione delle misure nel tempo".
(Wel/ Dire)