(DIRE) Roma, 7 lug. - Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa oggi ha approvato una risoluzione positiva nei confronti dell'Italia. I Ministri europei si dovevano esprimere sulla decisione del Comitato Europeo dei Diritti Sociali sul reclamo CGIL contro l'Italia, in tema di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) ed obiezione di coscienza.
Il Comitato dei Diritti Sociali aveva parzialmente accolto, il 12 ottobre scorso, un reclamo collettivo presentato dalla CGIL il 27 gennaio 2013, che riguardava l'applicazione della legge n.
194/78 in relazione al diritto all'obiezione di coscienza degli operatori sanitari, e all'accesso al servizio IVG da parte delle donne italiane. La CGIL denunciava difficoltà nell'accesso al servizio IVG da parte delle donne, e lo collegava ad un numero eccessivo di obiettori di coscienza fra il personale medico.
Lo scorso 24 maggio, il pronunciamento negativo del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa è stato esaminato dal GR-SOC (Gruppo Affari sociali). In quell'occasione la delegazione italiana, comprendente un rappresentante del Ministero della Salute, ha fornito i dati più aggiornati in materia, presentati nell'ultima relazione al parlamento sull'applicazione della L.194 e illustrati in parlamento nel corso dell'informativa del Ministro Lorenzin del 4 maggio 2016. Tali dati, sia a livello nazionale che disaggregati per ciascuna ASL, mostrano che il numero di non obiettori risulta congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle IVG effettuate, e tale numero è rimasto costante nel tempo, fin dalla entrata in vigore della legge 194, mentre le IVG si sono più che dimezzate. Nel frattempo, gli aborti nel nostro Paese sono costantemente diminuiti, secondo tutti gli indicatori.
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa si è pronunciato oggi definitivamente in ordine al reclamo: ha recepito le informazioni date dal nostro paese, e, letteralmente, ne "accoglie gli sviluppi positivi". Una valutazione positiva dei datie delle argomentazioni, quindi, da parte dell'organo politico europeo, che chiude questa fase del procedimento. Nel 2017 il paese riferirà gli aggiornamenti sulla situazione al Comitato europeo dei diritti sociali.
(Wel/ Dire)