(DIRE) Roma, 5 lug. - E' un periodo importante e critico, per chi si occupa di farmacologia e di farmaci: opinioni selvagge - che circolano soprattutto online - tendono a smontare la fiducia verso medicine e vaccini; arrivano nuove medicine salvavita, ma si presentano con costi molto alti; vecchi farmaci, soprattutto antibiotici, sembrano invece aver perso efficacia. Dopo il 9^ Forum Nazionale Pharma sulla ricerca nel farmaco (che si è tenuto a Stresa), abbiamo chiesto al presidente della Società Italiana di Farmacologia, Giorgio Cantelli Forti, docente all'Università di Bologna, di chiarire cosa ci si deve attendere dal mondo del farmaco in termini di innovazione, sicurezza e chiarezza di fronte alle bufale che circolano on-line.
Professore, continuano a circolare pericolose "leggende metropolitane" che riguardano il mondo del farmaco: i vaccini causano autismo, il sistema farmaceutico è tutto corrotto, l'Aids non esiste ed è stato creato ad arte... "Il farmaco è un bene dell'Umanità che va posto in corretta luce e tutelato come contribuito fondamentale al benessere dell'uomo e allo sviluppo della moderna società. La Società Italiana di Farmacologia avvierà, anche con il suo 38^ Congresso del 2017, una strategica opera di comunicazione educativa rivolta al cittadino per diffondere la conoscenza del corretto uso dei farmaci con l'obiettivo di ridurne i possibili rischi e di contribuire al contenimento dei costi sanitari. Tuttavia solo una condivisione strategica tra Società scientifiche, Enti governativi e addetti alla comunicazione potrà diffondere corrette conoscenze scientifiche - non dico 'le verità' perché la scienza è da sempre un costante divenire di conoscenze e posizioni - per contenere l'immensa ignoranza e la grande speculazione di cui tanti sono colpiti".
Speculazione che ad esempio colpisce pesante sul tema vaccini: la sfiducia generalizzata è ormai preoccupante... "La sfiducia nei vaccini è il più grave esempio di oscurantismo tipico di questi tempi e auspico che tale atteggiamento scellerato non provochi tragedie nel prossimo futuro".
Lei crede che un governo delle informazioni health online e della loro qualità possa essere utile ai fini della creazione di una nuova cultura della salute? "Certamente sì. Si tratta di un approccio importante che va gestito con un'ampia strategia, come dicevo poc'anzi. Una nuova - o meglio una sana - cultura della salute deve essere però già prodotta nelle scuole con strumenti tecnologici graditi ai giovani che in tale fase sensibile di vita costruiscono il loro essere. A noi adulti allora restano le responsabilità del non fare".
Quali sono le sfide attuali per la farmacologia mondiale? "Nel Mondo industrializzato la Farmacologia ha la sfida di tenere il passo con la vita media che progressivamente aumenta, a condizione che i farmaci innovativi per le patologie gravi vengano resi accessibili. L'etica richiede di garantire il farmaco per combattere le sofferenze, allora come esempio ricordo che a livello mondiale si dovrebbe discutere a tutti i livelli di responsabilità la problematica delle malattie infettive virali e batteriche e delle infestazioni da parassiti. Agli inizi del 2000, l'aver abbassato la guardia nella ricerca di nuovi antibiotici e chemioterapici, dando spazio a subdole e tendenziose critiche antiscientifiche e anti-industriali, crea oggi il grave allarme della resistenza batterica, e non solo, con la comparsa i nuovi gravi vettori di malattie infettive e infestanti. In attesa, almeno dieci anni, per avere nuove molecole antibatteriche, solo un serio piano vaccinale nazionale può costituire sia la prima difesa sia il vero presidio nel tempo. Tanto altro sarebbe da citare per una domanda così complessa, ma mi sentirei di sintetizzare con questa risposta: la sfida attuale più urgente è educare la popolazione ad avere fiducia nel farmaco affinché non dia più ascolto alle speculazioni frutto d'ignoranza di stolti sciamani".
Tra le grandi sfide contemporanee ci sono anche le malattie rare... "Chiaramente grandi sfide sono le ricerche per le malattie rare, ma anche quelle per le patologie neuropsichiatriche, per le malattie metaboliche... per queste patologie oggi vi sono più di 7.000 pipeline a vari livelli di sviluppo di farmaci. Oggi sempre più si parla di Medicina personalizzata e di Medicina di precisione e in tutto questo la Farmacologia ha l'obbligo di giocare il suo ruolo per garantire il corretto uso del farmaco e per realizzarne una sempre maggior sicurezza anche con moderni strumenti informatici per la gestione dei grandi numeri d'informazioni i cosidetti big data.
Immunologia, genomica, medicina personalizzata, biomarcatori: la farmacologia italiana è preparata ad affrontare questi nodi rivoluzionari? "Basta consultare le banche date per avere conferma del valore professionale dei nostri Farmacologi, sia che operino in Italia sia all'estero, in quanto dotati di elevati indici di produttività scientifica in tutti i settori del moderno sviluppo della nostra disciplina. Se a livello di formazione e di prodotto si può essere sereni sulla capacità di affrontare le sfide e i nodi rivoluzionari (la nostra ricerca è planetaria e richiede scambi, mobilità e lavoro di gruppo), grandi preoccupazioni derivano dalla scarsa attenzione che è da troppi anni riservata alla ricerca in Italia e dal progressivo calo degli incentivi (posizioni e risorse). La Farmacologia italiana è pronta, ma è difficile prevedere per quanto".
Il Sistema sanitario nazionale è pronto a queste accelerazioni? Cosa deve avvenire tra i diversi stakeholder affinché l'intero sistema sia velocemente rispondente ai nuovi scenari di cura? "Ritengo che la scienza, con la sua ricerca, e l'economia, con le sue esigenze, debbano trovare un punto di equilibrio per garantire il diritto alla salute del cittadino in termini di fruibilità delle innovazioni terapeutiche. Oggi l'allungamento della vita media e l'aumento di "senescenti" in buona condizione di salute organica determina un incremento significativo delle malattie cronico-degenerative quali, ad esempio, quelle neurodegenerative, quelle oncologiche o quelle dismetaboliche, ovvero dei nuovi rischi causati da malattie infettive, fenomeni ai quali il farmaco è in grado di dare risposte. Siamo consapevoli che la salute ha un costo e che il farmaco, aumentando le possibilità di salute, risponde alle prerogative etiche di tutela del paziente: soltanto una visione economicamente proiettata sul medio-lungo periodo può correttamente evidenziare il ruolo primario svolto dalla ricerca e dal conseguente sviluppo di farmaci innovativi. Su questa complessa problematica e sui corrispondenti temi di ricerca e sviluppo dei farmaci innovativi la SIF, in particolare con la sua Sezione di Farmacologia Clinica, è stata sempre presente in questi anni anche attraverso costruttive collaborazioni con altre Società scientifiche, con Organismi di Stato e con il mondo del farmaco in generale".
(Wel/ Dire)