Roma, 24 giu. - Inizia a scendere anche nel Lazio la spesa farmaceutica del Servizio Sanitario Nazionale. Meno ricette prescritte e, di conseguenza, meno farmaci venduti. "In base ai dati contenuti nel rapporto di monitoraggio dell'Aifa - si legge in una nota della Regione - il Lazio, nel periodo gennaio-dicembre 2015, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ha fatto registrare in valore assoluto una delle migliori performance a livello nazionale con oltre un milione di ricette in meno. Questo risultato ha collocato la Regione in quarta posizione dopo Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia".
"Si tratta di risultati eccezionali - aggiunge la nota - in un settore dove la Regione Lazio era considerata da sempre l'ultima della classe e che dimostrano come le azioni di governo messe in atto in questi anni abbiano conseguito i risultati attesi. Il fatto è ancora più rilevante se si tiene conto che la farmaceutica rappresenta una delle voci più rilevanti della spesa sanitaria regionale". Fino a qualche anno fa, la spesa sanitaria pubblica regionale compresa anche quella relativa alla farmaceutica sfiorava i 2 mila euro per abitante. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, commenta con soddisfazione il calo su Twitter. "Nel Lazio 1 milione di ricette in meno rispetto al 2014. Ottimo risultato, grazie al lavoro di questi anni meno sprechi e cure migliori".
L'INSIDIA - Ovviamente il dato potrebbe essere letto anche in modo diverso. Una riduzione della spesa per i farmaci, in teoria, potrebbe anche indicare che la gente, a causa di problemi economici o per la mancanza di lavoro, si cura meno di prima, evita di andare dal medico di famiglia a chiedere una prescrizione e assume, dunque, meno medicinali. Ma la lotta allo spreco costituisce da anni un cavallo di battaglia della Regione, perché tutti gli esperti concordano da tempo sul fatto che nel territorio della regione ci fosse un utilizzo abnorme di medicine spesso inutili se non dannose. I medici di base 5mila quelli che operano nella sola Capitale evidentemente, hanno avuto una parte preponderante nel risparmio, perché sono loro ad avere il contatto diretto con i cittadini-pazienti. "C'è stata una maggiore responsabilizzazione di tutti i prescrittori- commenta Pierluigi Bartoletti, a capo della Federazione romana dei medici di famiglia- si visita con maggiore cura e i medicinali vengono prescritti con più accortezza; quello raggiunto, è sicuramente un segnale positivo che ha determinato anche la riduzione delle prescrizioni indotte".
"Ora per entrare davvero a sistema- conclude Bartoletti- bisognerebbe concentrarsi sulla qualità dei servizi resi ai cittadini".
Articolo tratto da Il Messaggero (Wel/ Dire)