(DIRE) Roma, 1 giu. - "Ben 321 nuovi Presidi della Rete Sanitaria Territoriale Socio-Sanitaria e di Continuità Assistenziale (ossia 321 nuove possibili Ucps; Studi dei Medici di Famiglia a sede unica, attivi per 9 ore al giorno), gravemente compromesse proprio nella fase di start-up. La regione Lazio trattiene centinaia di euro sulla busta paga dei Medici interessati a questa complicata e onerosa trasformazione, rendendo ancora più complesso tale percorso". Così in un comunicato Cristina Patrizi, responsabile Area Convenzionata Smi-Lazio.
Secondo Patrizi si tratta, infatti, di una trasformazione "che costerà ai medici interessati significativi sforzi economici quantificabili in almeno duecento euro/anno e, mediamente, un impegno orario non inferiore ad ulteriori 10/15 ore mensili in più di attività professionale. Il tutto a costo zero per la regione Lazio. Quindi, oltre al danno, la beffa".
"In queste condizioni sarà praticamente impossibile sostenere gli ingenti costi derivanti dal processo delle forme associative delle Unità di Cure Primarie (Ucp). Rimaniamo basiti dalla dimostrazione di totale insensibilità dimostrata da questa amministrazione regionale che chiede continui e gravosi sacrifici ai Medici di Famiglia e li penalizza costantemente. Il rischio è l'allungamento dei tempi per la realizzazione delle nuove strutture che, ribadiamo, è a totale carico dei Medici di Famiglia, un carico assolutamente non più sostenibile", conclude Ermanno De Fazi, vice segretario Smi-Lazio.
(Wel/ Dire)