Roma, 20 gen. - Pubblicità sanitaria indietro tutta. Palazzo Spada salva i medici e dà torto all'Agcom che ha sbagliato ad arrivare oltre i termini di legge con la sanzione. E dunque via la multa da 800mila euro, che era stata inflitta alla fine del 2014 dal Garante della Concorrenza alla Fnomceo. La VI sezione del Consiglio di Stato nella sentenza di oggi senza entrare nel vivo della questione ha chiarito che "l'appello della Fnomceo deve, pertanto, essere accolto e, per l'effetto, accertata la prescrizione dell'illecito, deve essere annullato il provvedimento dell'AGcm 4 settembre 2014, n. 25078".
I ricorsi erano stati presentati dalla Federazione degli Ordini dei medici, affiancata dagli Ordini di Milano e Bologna, per contestare la multa di oltre 800mila euro decisa nel 2014 per un articolo contenuto nel codice deontologico dei medici riguardante il divieto all'utilizzo della pubblicità commerciale da parte degli iscritti e, in particolare, degli odontoiatri. La maxi ammenda, che aveva fatto assai discutere, era stata poi dimezzata dal Tar del Lazio ad aprile 2015 e successivamente sospesa dal Consiglio di Stato in attesa della pronuncia definitiva che oggi ha accolto il ricorso dei medici. Si legge nel testo: "La FNOMCeO con appello inscritto sub R.G. n.
3964/2015 ha, innanzitutto, riproposto l'eccezione di prescrizione dell'illecito amministrativo: la Federazione lamenta che l'AGCM avrebbe attivato il procedimento sanzionatorio dopo il decorso del termine quinquennale dalla commissione dell'illecito".
Positivi, ovviamente, i commenti dei professionisti: "Con la sentenza di oggi il Consiglio di Stato ha riconosciuto la tesi espressa da FNOMCeO", ha dichiarato il presidente della Commissione Albo Odontoiatri della Fnomceo, Giuseppe Renzo.
"Desidero esprimere legittima soddisfazione in quanto si tratta di una sentenza che, pur non entrando nel merito, costituisce un punto fermo riguardo le competenze ascritte all'Istituzione Ordinistica e, inoltre , e non certo di poco conto, perché a fronte di una nostra sempre chiara e netta posizione, nel tempo e in corso d'opera in tanti si sono esercitati nel più fantasiose soluzioni, financo adesso ascriversi il merito di una presunta "vittoria". Nessuna vittoria, anche perché nessuno scontro era in atto, ma una diversa interpretazione delle funzioni diverse tra chi ha il compito di fare rispettare il mercato, con le sue regole e chi, l'Istituzione Ordinistica, deve privilegiare la tutela della salute del cittadino".
"La decisione dell'AGCOM - ha affermato Roberto Carlo Rossi, presidente di OMCeO Milano - mediante un'interpretazione ingiustificatamente estensiva, avrebbe limitato fortemente la possibilità di intervento degli Ordini in materia di trasparenza e veridicità della pubblicità effettuata da propri iscritti, in netto conflitto con il diritto alla salute dei cittadini, costituzionalmente garantito. Siamo consapevoli - conclude Rossi - che a fronte dei cambiamenti culturali e dei mezzi di informazione di massa, il medico è sollecitato a modificare le tradizionali forme di comunicazione, ma proprio per questo, come Ordine, sosteniamo con forza il nostro diritto a vigilare nell'interesse della salute dei singoli e della collettività". "In questi anni, abbiamo assistito a promozioni in campo odontoiatrico inverosimili in termini di prezzi e di prestazioni, che sicuramente disorientano il cittadino, mettendone a rischio la salute - ha aggiunto Andrea Senna, presidente del Commissione Albo Odontoiatri dell'OMCeO Milano . Un conto, infatti, è la pubblicità informativa che permette al paziente di essere edotto a pieno sulle terapie offerte compresi i prezzi, diversa è la pubblicità commerciale che ha lo scopo di attrarre mediante spot promozionali il potenziale "cliente". Il diritto alla salute sancito dall'artico 32 della Costituzione , va tutelato in ogni modo e deve prevalere su logiche di libero mercato e di profitto". Articolo tratto da Sole 24 Ore Sanità (Wel/ Dire)