Roma, 17 feb. - Un corpo medico europeo per rispondere più in fretta alle emergenze sanitarie. È quanto ha istituito l'Ue per fronteggiare le emergenze interne ed esterne attraverso una più rapida mobilitazione di equipe di medici e operatori sanitari e di attrezzature.
Il corpo medico europeo consentirà agli Stati membri e agli altri paesi europei che partecipano al sistema di mettere a disposizione risorse ed equipe mediche da dispiegare rapidamente prima che un'emergenza sia conclamata, il che assicura una reazione più veloce e prevedibile. Il corpo medico può includere squadre mediche di emergenza, esperti in materia di sanità pubblica e di coordinamento sanitario, laboratori di biosicurezza mobili, aeromobili per l'evacuazione medica e squadre di supporto logistico.
Il Commissario Christos Stylianides, che ha presieduto l'evento inaugurale di alto livello a Bruxelles, ha dichiarato: "Lo scopo del corpo medico europeo è permettere all'UE di reagire alle crisi sanitarie molto più rapidamente e con maggiore efficienza. Dobbiamo trarre insegnamento dalla risposta all'Ebola, in cui la mobilitazione delle squadre mediche è stata una delle maggiori difficoltà. Ringrazio tutti gli Stati membri che hanno già dato il loro contribuito ed esorto gli altri Stati a partecipare, in modo che l'UE possa far fronte a bisogni crescenti e possa pianificare e preparare meglio i suoi interventi prima dello scoppio di un'emergenza".
Il corpo medico europeo s'iscrive nel quadro della nuova capacità europea di reazione alle emergenze (chiamata anche "pool volontario") del meccanismo di protezione civile dell'Unione europea. Belgio, Repubblica ceca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Germania, Spagna, Svezia e Paesi Bassi hanno già impegnato squadre e attrezzature da destinare al pool volontario.
Contesto Il rapido dispiegamento del personale medico figura tra le maggiori difficoltà riscontrate nella lotta contro l'epidemia di Ebola, insieme ai problemi di ordine logistico e gestionale aggravati dall'insufficiente prontezza d'intervento. Ciò ha spinto la Germania e la Francia, alla fine del 2014, a proporre l'iniziativa dei "Caschi bianchi", che ha posto le basi per la costituzione del corpo medico europeo, attualmente parte integrante della capacità europea di reazione alle emergenze.
Il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea facilita la cooperazione nella reazione alle catastrofi tra 33 Stati europei (i 28 Stati membri dell'UE, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, l'Islanda, il Montenegro, la Norvegia e la Serbia). La Turchia è in procinto di aderire al meccanismo. I paesi partecipanti mettono in comune le risorse disponibili a beneficio di paesi colpiti da catastrofi in tutto il mondo.
Quando viene attivato, il meccanismo coordina il dispiego di assistenza all'interno e al di fuori dell'Unione europea. Il meccanismo è gestito dalla Commissione europea tramite il centro di coordinamento della risposta alle emergenze.
La capacità europea di reazione alle emergenze ("pool volontario"), creata nel 2014 perché l'UE fosse più preparata all'insorgenza di catastrofi e maggiormente in grado di reagire, mette in comune una serie di attrezzature e di squadre di soccorso preimpegnate da dispiegare in operazioni di risposta alle emergenze in tutto il mondo.
Il corpo medico europeo sarà inoltre il contributo dell'Europa alla task force istituita sotto l'egida dall'Organizzazione mondiale della sanità per rispondere alle emergenze sanitarie internazionali.
Articolo tratto da quotidianosanita.it (Wel/ Dire)