Roma, 11 feb. - "L'approvazione finale da parte del Consiglio regionale della legge sulla conciliazione nelle controversie sanitarie e in materia di servizi pubblici è un passo importante per ridurre il contenzioso sia tra cittadini ed enti pubblici sia, in particolare, tra pazienti e medici. L'Ordine di Roma è stato tra i promotori della nuova normativa e interlocutore costante della Regione Lazio in questo percorso legislativo: il traguardo raggiunto è quindi motivo di grande soddisfazione e di ottimismo", così Roberto Lala, presidente dei camici bianchi capitolini, commenta il varo della legge che ieri ha istituito la Camera Regionale di Conciliazione.
Al nuovo organismo spetterà il compito di comporre in via stragiudiziale le controversie fra i cittadini e i soggetti erogatori di servizi pubblici regionali sul mancato rispetto degli standard di qualità previsti. In questa categoria rientra anche la responsabilità medico-professionale e l'erogazione di prestazioni da parte di ASL e ospedali; escluse le liti di particolare complessità e comunque di valore superiore a 50mila euro. La Camera di conciliazione sarà istituita presso l'Istituto di studi giuridici Arturo Carlo Jemolo, sarà composta da un direttivo di tre persone, nominate dal presidente della Regione, che predisporrà l'elenco dei conciliatori, scelti tra magistrati a riposo, avvocati con almeno dieci anni di esercizio, professori e ricercatori universitari o di enti di ricerca in materie giuridiche, esperti di conciliazione, notai, commercialisti e medici con almeno dieci anni di esperienza.
"Già da mesi il nostro Ordine ha provveduto a formare, con appositi corsi, un numero di medici in grado di intervenire quali conciliatori della Camera regionale nelle procedure che si apriranno con cittadini in materia di sanità. Siamo quindi pronti a svolgere il nostro ruolo", precisa Lala. La nuova legge regionale del Lazio si muove nella direzione già delineata da altre realtà territoriali, come la Regione Veneto e la Provincia di Trento e di Bolzano. Direzione conforme alle indicazioni fornite dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 178/2010 che ha riconosciuto, con peculiare riferimento alla materia sanitaria, la legittimità di procedure regionali di conciliazione che si affianchino, senza sovrapporsi, alla mediazione prevista dal d.lgs. 28/2010. Proprio con riferimento alla sanità, tali procedure, che non precludono la tutela giurisdizionale, erano state auspicate dall'Intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008.
"Anche la proposta di legge sulla responsabilità professionale, ora all'esame del Senato e che potrà segnare una svolta sul contenzioso medico legale e della cosiddetta medicina difensiva, prevede all'articolo 8 il tentativo obbligatorio di conciliazione", ricorda Lala. "Se ciò diverrà normativa nazionale, vorrà dire che il Lazio e l'Ordine dei Medici di Roma hanno anticipato i tempi, rispondendo compiutamente alle indicazioni che, con la nuova legge, il Parlamento si appresta ad approvare".
(Wel/Dire)