(DIRE) Roma, 22 dic. - Otto donne su 10 soffrono di sintomi peri-menopausali, tra cui vampate di calore e sudorazioni notturne che persistono per circa 4 anni, influenzando negativamente la qualità di vita, spesso in maniera rilevante. Oggi esiste una grande variabilità nell'offerta di servizi e informazioni per le donne in menopausa e l'utilizzo della terapia ormonale sostitutiva continua ad essere al centro di accesi dibattiti non scevri da pregiudizi e conflitti di interesse.
Infatti, nonostante rischi e benefici siano adeguatamente documentati dalle evidenze scientifiche, la percentuale di donne che assume la terapia ormonale sostitutiva è inferiore al 10%.
"La menopausa- afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe- non è una malattia, ma una condizione fisiologica per la quale non sono generalmente necessari test diagnostici, ma sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per il trattamento dei sintomi, spesso proposte in assenza di prove di efficacia e soprattutto senza una chiara condivisione con la donna di rischi e benefici".
Le linee guida Nice - disponibili in italiano grazie alla traduzione della Fondazione Gimbe - sottolineano l'importanza di fornire alle donne informazioni complete e basate sulle evidenze sui vari aspetti della menopausa: stadi e sintomi comuni, cambiamenti dello stile di vita e interventi che possono migliorare il benessere (smettere di fumare, consigli su esercizio fisico e dieta, screening per il tumore della mammella e della cervice uterina), benefici e rischi dei trattamenti ormonali, non ormonali e non farmacologici, contraccezione ed effetti a lungo termine della menopausa, come l'osteoporosi.
"Per il trattamento dei sintomi vasomotori- continua Cartabellotta- la linea guida raccomanda di non prescrivere di routine psicofarmaci o clonidina, spiegando alla donna che alcune evidenze supportano l'uso di terapie naturali (isoflavoni, estratti di cimicifuga racemosa), ma le preparazioni sono molto variabili e sono state riportate interazioni con altri farmaci. Rispetto all'uso della terapia ormonale sostitutiva la linea guida ne raccomanda la prescrizione solo dopo avere discusso con la donna benefici e rischi sia a breve, sia a lungo termine".
Infatti, se da un lato la terapia ormonale sostitutiva migliora i sintomi vasomotori, urogenitali muscoloscheletrici, depressivi e le difficoltà sessuali e riveste un ruolo importante nella prevenzione dell'osteoporosi, dall'altro si associa a sanguinamenti vaginali, a un aumentato rischio di tromboembolismo venoso e un lieve incremento di ictus (solo per via orale) e di carcinoma della mammella, che tuttavia rientra dopo l'interruzione. Il rischio di malattia coronarica, invece, non si modifica nelle donne trattate.
"Questa linea guida- conclude Cartabellotta- oltre a sintetizzare le migliori evidenze scientifiche per guidare le scelte dei medici, rappresentano un'affidabile fonte di informazione per le donne che devono conoscere rischi e benefici delle varie opzioni terapeutiche, così da scegliere consapevolmente un trattamento personalizzato, tenendo conto delle proprio preferenze e aspettative".
(Wel/ Dire)