(DIRE) Roma, 6 dic. - "Su 60 milioni di italiani il 4%, quindi all'incirca 2 milioni di persone, soffrono di apnee ostruttive durante il sonno. Poi c'è un sommerso più pesante, che fa salire la percentuale tra il 6 e l'8%". Così Stefano Gasparini, presidente dell'Associazione italiana Pneumologi Ospedalieri, intervistato dai giornalisti in occasione di una tavola rotonda 'Apnee ostruttive durante il sonno: un nuovo modello di gestione sostenibile' organizzata a Roma dall'Associazione italiana pneumologi ospedalieri. "Vi è una grossa parte sommersa di soggetti che hanno problemi durante il sonno- ha spiegato Gasparini- e che ancora non hanno sviluppato sintomi diurni, ma che probabilmente li svilupperanno negli anni successivi. E i sintomi sono piuttosto severi, come aritmie cardiache e accidenti cerebrovascolari, con possibili conseguenze di infortuni stradali o sul lavoro. Insomma: c'è tutta una serie di problematiche che noi dobbiamo intercettare, prima che divengano sintomatiche e a loro volta divengano patologie".
Per questo, dunque per sollevare il sommerso dei pazienti, c'è bisogno di tante azioni. Ma la prima è quella educativa: "Molti medici e specialisti- ha sottolineato il presidente Aipo- non conoscono queste problematiche e ci sono pazienti che vengono curati per anni per disturbi cardiaci, con fibrillazione atriale, alla cui base c'è invece un disturbo respiratorio nel sonno, che però non viene rilevato. Si cura cioè la conseguenza della patologia e non la causa. La percentuale di recidiva della fibrillazione atriale in pazienti con Sindrome delle apnee ostruttive notturne non trattata, peraltro, è molto più alta rispetto alle recidive nei pazienti con la stessa sindrome trattata". Secondo Gasparini, poi, di questa patologia nei corsi di laurea in medicina e chirurgia "si parla poco, al massimo un'ora o due. Allora dobbiamo adeguare anche i programmi educazionali, comprendendo che questa è una patologia importante che nei prossimi anni avrà un impatto epidemiologico ancora maggiore. E dobbiamo formare gli operatori sanitari nel migliore dei modi".
La pneumologia negli ultimi anni, intanto, ha avuto sviluppi "straordinari" e tra le tante nuove entità segnalate ed evidenziate come malattie di interesse pneumologico ci sono proprio i disturbi respiratori nel sonno, in particolare le cosiddette 'Osa'. "Si tratta di un capitolo completamente nuovo- ha raccontato ancora il presidente di Aipo- quando da studente studiavo, queste problematiche praticamente non esistevano: 30 anni si parlava solo della cosiddetta 'sindrome di Pickwick', che era definitiva dal nome di un personaggio di Dickens, cioè il cocchiere obeso che si addormentava sulla sua carrozza per questa sonnolenza diurna. Una figura caratteristica, questa, che rimaneva nella memoria degli studenti e che sintetizzava un po' quello che un tempo si sapeva di questa patologia. Oggi invece non è più solo una patologia a carico di pazienti obesi, ma estremamente diffusa, e sottovalutata, anche tra persone normopeso".
Ma come possono essere diagnosticate le apnee notturne? "Oggi è possibile farlo con semplici monitoraggi- ha risposto Gasparini- che possono essere fatti al domicilio del paziente. La telemedicina in questo può svolgere un ruolo importante, ma in Italia siamo un po' indietro, perché potrebbe sicuramente alleggerire i costi gravi per le strutture sanitarie. Su questo però c'è ancora molto da lavorare, tranne in alcune sporadiche 'isole' dove queste tecnologie vengono sviluppate in maniera più approfondita. Nel nostro Paese manca infatti una cultura generale che intenda monitorizzare queste patologie grazie a collegamenti telematici tra domicilio e strutture sanitarie". Quanto ai centri specialistici che se ne occupano, questi sono "facilmente identificabili online e l'Aipo ha fatto un censimento proprio dei centri medici e degli ospedali che si occupano specificatamente di patologie respiratorie nel sonno. Nel sito web della nostra società, inoltre, sono elencati i risultati di questa indagine e indicati tutti i centri che in Italia- ha infine concluso il presidente dell'associazione- si occupano in maniera specialistica e specifica di questa patologia".
(Wel/ Dire)