(DIRE) Roma, 6 dic. - Piena collaborazione tra anestesista e chirurgo, innovazione tecnologica e supporto farmacologico adeguato. Tre fattori determinanti per un solo obiettivo: la sicurezza del paziente sottoposto a intervento chirurgico. A scattare la fotografia del settore è stato il corso di formazione 'Anestesiologia: uno sguardo multiprospettico. Le innovazioni metodologiche, le responsabilità del medico e i bisogni del paziente', organizzato presso il centro di formazione e simulazione Ipse all'interno del Policlinico Gemelli di Roma.
Un incontro tra relatori ed esperti per evidenziare le principali problematiche di ogni fase di un'operazione, dal momento in cui il paziente viene sedato fino al risveglio totale. Un percorso che, grazie alle ultime innovazioni, possiamo rappresentare come una vera e propria attività sartoriale: "Oggi pensiamo all'anestesia come a un vestito su misura- spiega Antonio Corcione, presidente della Società italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia intensiva (Siaarti), nonché direttore di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Monaldi di Napoli- In pratica per ogni paziente viene costruito un trattamento che risponda a esigenze specifiche, ponendo particolare attenzione al momento del risveglio ma anche alla prevenzione del dolore post-operatorio con un particolare protocollo analgesico".
Ma non solo. Oltre al dolore, la preoccupazione principale di chi entra in sala operatoria è senza dubbio il timore di possibili complicanze legate all'anestesia. Prima tra tutte, la sindrome da curarizzazione residua, che si verifica quando il corpo non riesce a espellere completamente i farmaci (perlopiù miorilassanti) assunti durante la fase di incoscienza, e può essere responsabile di difficoltà respiratorie, alterazioni della vista e debolezza. Per evitare questi episodi, gli anestesisti hanno a disposizione un vero antagonista chiamato 'Sugammadex': "Si tratta di un farmaco che riesce a catturare tutte le molecole di curaro- spiega il professor Giorgio Della Rocca, ordinario di Anestesiologia e direttore della Scuola di specializzione in Anestesia all'Università degli Studi di Udine- Queste vengono incapsulate ed eliminate completamente senza rischi e con un totale recupero della funzione neuro-muscolare".
Infine, ultimo ostacolo da superare, l'aspetto psicologico.
Oggi viene curata con molta attenzione la sfera emotiva del paziente, cercando di raccogliere e allontanare paure e disagi prima di un'operazione. In questi casi "è la corretta informazione a rivestire un ruolo particolare- sottolinea Alessandro Vergallo, dirigente medico di Anestesia e rianimazione agli Spedali civili di Brescia, presidente del'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani Emergenza area critica (Aaroi-Emac)- E' la condizione indispensabile per affrontare al meglio le preoccupazioni di un paziente fornendo risposte scientifiche e al tempo stesso comprensibili". A questo proposito, durante il corso è stato dato spazio a dimostrazioni di interazione virtuale tra pazienti e medici: grazie alla metodologia esponenziale del Cell (Center for experiential learning), il professionista ha risposto a domande e dubbi del paziente in merito all'intervento da affrontare.
(Wel/ Dire)