(DIRE) Roma, 21 apr. - La partnership pubblico-privato fra alcune delle organizzazioni leader a livello mondiale in ambito sanitario ha annunciato oggi la pubblicazione sul The Journal of the American Medical Association (JAMA) - la rivista scientifica dell'American Medical Association - dei risultati di uno studio di Fase 1 su un regime vaccinale preventivo per l'Ebola. I risultati, che sono i primi ad essere pubblicati, indicano che il regime vaccinale, oltre ad essere stato ben tollerato dai volontari sani su cui è stato sperimentato, è immunogenico (ovvero ha indotto una risposta immunitaria). Tra i risultati: il 100 percento dei partecipanti allo studio ha sviluppato un'iniziale risposta dei propri anticorpi al virus dell'Ebola che è stata mantenuta a 8 mesi dalla vaccinazione. Lo studio è stato condotto dall'Oxford Vaccine Group, Dipartimento di Pediatria dell'Università di Oxford, e si è svolto nel Regno Unito.
"Quarant'anni dopo la scoperta dell'Ebola, il mondo attende ancora un vaccino approvato per questa malattia" ha dichiarato il Dottor Peter Piot, Direttore della London School of Hygiene & Tropical Medicine. "Un vaccino prime-boost,dagli effetti duraturi, potrebbe essere vitale nell'azione di protezione attiva della popolazione generale in quei paesi a rischio di epidemia di Ebola. Inoltre, alla luce delle sfide che abbiamo di fronte per la persistenza del virus, la durata della protezione è diventata un obiettivo particolarmente importante per quelle popolazioni di soggetti esposti al rischio, quali gli operatori sanitari e i familiari dei sopravvissuti all'Ebola".
"Siamo felici di vedere dei risultati così positivi realizzati da un consorzio sostenuto con contributi del programma Ebola+" ha dichiarato Ruxandra Draghia-Akli, Direttore Sanità della Commissione Europea e membro del Consiglio di Direzione dell'IMI. "Questi e i molti altri studi in corso sull'Ebola, con il sostegno della Commissione Europea e di IMI, dimostrano che si possono istituire, in maniera celere, partnership pubblico-privato e collaborazioni di ricerca per sviluppare soluzioni innovative alle più urgenti minacce alla salute mondiale dei nostri giorni. Solo unendo le nostre forze come comunità internazionale possiamo prevenire, controllare e metter fine a questo tipo di epidemie".
Lo studio di Oxford fornisce il primo gruppo di dati, su un totale di 10 studi clinici condotti in parallelo negli Stati Uniti, in Europa e in Africa, a sostegno di un'eventuale futura registrazione del regime vaccinale contro l'Ebola. Il primo studio sul regime vaccinale in un paese dell'Africa Occidentale colpito dalla recente epidemia di Ebola è partito in Sierra Leone a ottobre 2015.
L'epidemia di Ebola in Africa Occidentale è scoppiata a marzo 2014 e ha messo altamente sotto pressione i sistemi sanitari della Sierra Leone, della Liberia e della Guinea. In questi tre paesi, oltre 28.600 individui sono stati colpiti dal virus che ha causato la morte di 11.300 persone tra i quali oltre 500 operatori sanitari.1 Purtroppo, persistono focolai della malattia nella regione, con casi che si sono manifestati anche di recente in Guinea e in Liberia, a causa della permanenza del virus Ebola tra i sopravvissuti. Gli operatori sanitari e chi è in prima linea sono più esposti al rischio in caso di epidemia di Ebola e trarrebbero un enorme beneficio da un vaccino dagli effetti duraturi nel tempo.
(Wel/ Dire)