Roma, 11 apr. - Entro il prossimo 30 giugno le circa 200 aziende aderenti a Farmindustria pubblicheranno on line e ben visibili sui loro siti web i dati relativi ai rapporti economici intercorrenti con i medici e con le organizzazioni sanitarie, dalle società scientifiche agli ospedali e alle università.
Il tutto avverrà garantendo il massimo della trasparenza e il rispetto delle norme sulla privacy, tant'è che a tutti i soggetti interessati sarà chiesta formale autorizzazione che, se negata, precluderà alla pubblicazione del nominativo del destinatario del contributo economico e i dati relativi saranno pubblicati dalle singole imprese in forma aggregata sul sito aziendale (numero di professionisti che non hanno dato il consenso e totale dei contributi).
Per l'Italia è una novità assoluta dato che nel nostro Paese, come del resto nella stragrande maggioranza dei casi (solo Usa e Francia hanno norme di legge ad hoc) non è previsto alcun obbligo di legge a rendere trasparenti i rapporti economici tra mondo medico e aziende del farmaco.
Ma è stata l'industria stessa a volere tutto questo quando, nel gennaio 2014, ha approvato il nuovo codice europeo sulla trasparenza dell'Efpia (la federazione che rappresenta le aziende farmaceutiche e le associazioni di categoria operanti in 33 Paesi europei, Russia e Turchia comprese) che richiede a tutte le imprese associate e alle Associazioni nazionali a loro volta aderenti a Efpia di pubblicare i rapporti intercorrenti con i medici (HCP - Healthcare Professionals) e le loro organizzazioni (HCO - Healthcare Organisations).
Il perché della svolta, certamente gradita ai cittadini e vedremo quanto ai medici, lo ha spiegato il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: "Lo abbiamo fatto per rendere ancora più trasparente il rapporto vitale e fondamentale, che tra l'altro è già oggi ben regolato, tra medici e imprese e siamo convinti che quest'operazione trasparenza rafforzerà ancor di più le basi della collaborazione per la scoperta di farmaci sempre più efficaci".
Ma non basta, per Scaccabarozzi, è anche vitale "continuare a rispondere sempre meglio alle crescenti aspettative di trasparenza delle Istituzioni e dell'opinione pubblica, perché non abbiamo nulla da nascondere e anzi, parlo anche come cittadino, penso sia un valore sapere su cosa e perché un medico o un'organizzazione sanitaria abbiano lavorato in collaborazione con le aziende del farmaco".
Ma i medici come l'hanno presa? Scaccabarozzi è ottimista, anche per l'appoggio già incassato dalla Fnomceo, "non do numeri ma se dovessi scommettere scommetteri che la grande maggioranza dei medici italiani darà il suo assenso alla pubblicazione dei dati. Sono molto fiducioso".
Entro fine giugno, quindi, sapremo finalmente chi e perché ha lavorato o collaborato con le imprese del farmaco sgombrando il campo da quei sospetti conflitti di interesse, sempre presenti nell'opinione pubblica quando si parla di farmaci, medici e denaro.
Sui siti delle aziende potremmo infatti leggere l'ammontare di donazioni e contributi (inclusi i comodati d'uso), in denaro o in natura, destinati direttamente o indirettamente agli operatori e alle organizzazioni sanitarie, riguardanti gli oneri versati dalle imprese per la partecipazione a manifestazioni di carattere promozionale, scientifico o professionale, congressi, conferenze, simposi ed iniziative analoghe organizzati o sponsorizzati dalle aziende farmaceutiche.
Saranno pubblicati poi anche i dati relativi ai trasferimenti di valore connessi alla ricerca e sviluppo che comprendono, come specifica il Codice deontologico di Farmindustria, "quelle attività pianificate o condotte ai fini della realizzazione di studi non clinici come definiti nelle Good Laboratory Practice, studi clinici, come disciplinati dalla Direttiva 2001/20/CE, e studi non interventistici che sono prospettici nella loro natura e che coinvolgono la raccolta di dati sui pazienti da parte dei medici ai fini dello studio stesso".
Per operatori sanitari, il codice di Farmindustria specifica che si intende: "Ogni persona fisica che eserciti la propria attività nel settore medico, odontoiatrico, della farmacia pubblica, privata o ospedaliera, gli infermieri, i Direttori Generali e Sanitari delle ASL/AO, il personale tecnico e amministrativo delle strutture sanitarie pubbliche e private ed ogni altro soggetto che nell'ambito della propria attività professionale possa prescrivere, dispensare, acquistare o somministrare una specialità medicinale e che svolga la sua attività prevalente in Europa. Sono esclusi invece i distributori intermedi di farmaci.
Per Organizzazioni sanitarie si intende invece: "Ogni persona giuridica che sia un'Associazione o un'Organizzazione medica, scientifica,sanitaria o di ricerca (indipendentemente dalla sua forma legale) così come Ospedali,Cliniche, Fondazioni, Università, Scuole di formazione e specializzazione (eccetto leAssociazioni dei pazienti) che abbiano la sede legale o la sede primaria di attività inEuropa, oppure attraverso le quali un medico presti i propri servizi.
Articolo tratto da quotidianosanita.it (Wel/ Dire)