(DIRE) Roma, 30 set. - Garantire l'accesso alle innovazioni tecnologiche, dismettendo quelle obsolete, attraverso un'attenta pianificazione che tenga conto della disponibilità delle risorse, dei bisogni della popolazione e delle innovazioni del sistema sanitario. Sono alcuni degli obiettivi di una ricerca finanziata dal ministero della Salute e coordinata da Agenas, i cui risultati sono stati presentati a Roma, presso la sede dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nel corso del convegno dal titolo 'Metodi per investimenti e disinvestimenti e pianificazione delle tecnologie sanitarie nelle regioni italiane'.
"Il progetto risponde appieno all'attuale esigenza di appropriatezza del servizio sanitario- ha detto Giuseppe Zuccatelli, presidente di Agenas- e alla capacità del sistema sanitario di aprirsi ad un'innovazione 'sostenibile', che ha il coraggio di abbandonare tutto ciò che è inappropriato e inefficace per consentire qualità e sicurezza delle prestazioni erogate, riduzione delle inefficienze legate al malfunzionamento, abbattimento delle liste d'attesa e dei costi di gestione complessivi". La ricerca evidenzia un nuovo approccio, ha quindi aggiunto Francesco Bevere, direttore generale di Agenas- che fornirà un prezioso supporto tecnico alle politiche programmatorie, affinché le scelte siano sempre guidate dalla qualità, dalla sicurezza, dall'efficienza, dall'efficacia".
Il lavoro dell'Agenas, hanno spiegato nel corso del convegno, è stato quello "di armonizzare e coordinare le linee progettuali delle Regioni partecipanti (Lombardia, Puglia, Umbria, Abruzzo, Sicilia, Piemonte, Lazio, Emilia Romagna, Veneto), che hanno individuato specifici ambiti di ricerca: la diagnostica per immagini, le pratiche cliniche oncologiche, il programma di prevenzione del tumore della cervice uterina, maggiormente rispondenti alle loro esigenze di politica programmatoria". Mediante una serie di casi studio regionali, ha spiegato la dirigente Agenas Marina Cerbo, il progetto di ricerca "ha indagato, introdotto e sperimentato nuove metodologie basate su prove scientifiche robuste e, dunque agevolmente trasferibili nei diversi contesti regionali".
Secondo Cerbo, la metodologia che ha guidato la ricerca è stata "fortemente innovativa, ancora poco sperimentata nel nostro Paese e ormai validata da criteri scientifici internazionali, che supporta i decisori nella dismissione di tecnologie e modalità assistenziali obsolete, ossia che presentano un beneficio clinico scarso, incerto o nullo, nonché ad alto tasso di inappropriatezza. In un contesto storico di spending review è urgente approfondire, indagare e condividere con le Regioni metodi e strumenti, affinché nuove tecnologie si possano sostituire e non semplicemente aggiungere a quelle obsolete- ha concluso la dirifgente Agenas- consentendo un utilizzo efficace delle risorse nel rinnovamento e nella rimodulazione dell'offerta sanitaria".
(Wel/ Dire)