(DIRE) Roma, 25 set. - "Non si deve e non si può continuare a sprecare o spendere male. La medicina delle prescrizioni improprie, dettate soprattutto dalla tendenza 'difensiva' dei medici di fronte a pazienti sempre più aggressivi, è una tragedia economica". Così Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell'Amci (Associazione Medici Cattolici italiani), che prosegue: "L'86% delle tac prescritte è assolutamente inutile, anzi direi dannoso. Come medici, e per giunta cattolici, siamo chiamati a portare un plus di etica e di valori umani, 'calmierando' il grande aumento di commercializzazione della medicina. Occorre stare molto attenti che la pratica medica non slitti nella 'medicina del desiderio', o se preferiamo della fitness, promettendo salute e guarigione utopica ben al di là della reali esigenze terapeutiche".
Secondo Boscia, il ruolo dei medici cattolici in tempi di crisi economica "è più rilevante: siamo di fronte a una qualità dei servizi che si va abbassando- spiega- e la carenza di personale, attrezzature e ricerca di modelli innovativi di gestione rischia così di portare il sistema al collasso. Tutto ciò, mentre oggi va avanti a dismisura il progetto utopico delle multinazionali sanitarie di suscitare crescenti bisogni sanitari in persone sane". Quanto alla medicina predittiva, aggiunge ancora il presidente Amci, ha "il suo valore, ma forse nella sua applicazione così diffusa rischia di preoccuparsi troppo di persone sane, che forse non si ammaleranno mai, trascurando chi invece malato lo è davvero".
In questo senso è tipico, sottolinea il presidente dell'Amci Boscia, il caso "dei test pre-natali, chiesti da genitori preoccupati per la salute 'futura' dei figli, a cui forniamo elenchi di malattie a cui il nascituro può essere sensibile". Quello che i medici devono fare, piuttosto, è soprattutto "non tirarci indietro davanti alla richiesta di valutare con maggiore approfondimento l'efficacia e l'efficienza delle pratiche e cure prescrivibili. Per questo siamo chiamati a bilanciare le necessità mediche e le spese per la collettività. Ma non ci si chieda di esercitare un giudizio senza appello di politica economica, perché- conclude il presidente dei Medici Cattolici italiani- rischieremmo di ledere la visione globale di vicinanza alla persona umana".
(Wel/ Dire)