Roma, 24 set. - Articolo tratto da "Il Corriere della sera". I medici non ci stanno. E annunciano giornate di scioperi, forse a novembre il primo. Il decreto del ministero della Salute contenente 208 prestazioni a rischio di inappropriatezza (esami o visite in eccesso) ha indispettito la categoria che si ritiene ingiustamente colpevolizzata, in particolare i medici di famiglia e gli specialisti ambulatoriali. Sui camici bianchi non rispettosi dei paletti indicati nella bozza consegnata ai sindacati due giorni fa ricadrebbero sanzioni non meglio specificate. La ministra Beatrice Lorenzin cerca di ricucire: "Non vi stiamo dando la caccia. Scatterebbero dopo un contraddittorio e non per un singolo episodio. Così lavorerete meglio. Esistono protocolli delle società scientifiche che stabiliscono cosa fare nelle varie situazioni. Ci siamo basati su quelli".
Il provvedimento, previsto dalla legge sugli Enti locali, da solo appare punitivo. Assume un'altra dimensione se considerato nell'ambito di una strategia più generale contro gli sprechi disegnata dalla Lorenzin. Nella legge di Stabilità (l'ex Finanziaria) dovrebbero essere inserite norme per contrastare la medicina difensiva e alleggerire il peso che deriva dalla paura di finire in tribunale su denuncia dei pazienti. La convinzione è infatti che di fronte al rischio di ritrovarsi invischiato in un contenzioso, il medico oggi si protegga con lo scudo della cosiddetta iperprescrizione di esami e ricoveri, un numero esagerato rispetto alla patologia sospettata. Dunque, inutili. Il fenomeno costa allo Stato lo 0,75% del prodotto interno lordo.
Tra gli interventi allo studio, l'inversione dell'onere della prova. Spetterà al malato dimostrare che il suo curante ha agito in modo non corretto procurandogli danni. Per questo il decreto individua prestazioni non idonee in ogni specialità. Gli esempi sono diversi. L'estrazione di un dente è giustificata e ripagata dal servizio sanitario solo se il paziente ha meno di 14 anni ed "in condizioni di vulnerabilità sociale". I test allergologici hanno il via libera solo nel caso in cui sia necessario diagnosticare l'orticaria cronica. Se decide diversamente il medico deve motivarlo.
La legge sugli enti locali non specifica nei dettagli chi debba controllare. Si parla di un ente che "in caso di comportamento prescrittivo non conforme e di giustificazioni insufficienti applichi al dipendente una riduzione del trattamento economico accessorio" e si rimanda agli accordi contrattuali di dipendenza. Il decreto verrà inviato alla Conferenza delle Regioni per il via libera.
E i cittadini? Le cure al di fuori "delle condizioni di erogabilità" sono a loro carico, ma se posseggono la prescrizione rossa hanno diritto a ricevere quanto viene indicato sulla ricetta. Dunque non devono restituire nulla, responsabile è chi l'ha scritta. Federazione Ordini dei medici, Cgil medici, ospedalieri dell'Anaao, ambulatoriali Sumai, chirurghi sono sul piede di guerra. Il Codacons invece li addita come fonte di sprechi.
(Com/Dire)