dire fin troppo abusata), deve essere esteso anche nel campo della responsabilità professionale in sanità. A ciò potrebbe contribuire l'istituzione di un ufficio pubblico di conciliazione, con la funzione di difensore civico in ambito sanitario, provvisto delle competenze necessarie, nel quale valutare l'apertura di procedimenti attivando immediatamente il risarcimento da parte della struttura. La sede penale si offrirebbe così solo ai casi effettivamente dovuti alla presunta grave negligenza, o di dolo, degli operatori che vanno sanzionati, anche per offrire tranquillità a tutto il sistema".
"Su questo terreno è urgente aprire un confronto con le associazioni che tutelano i diritti dei pazienti. E solo con loro. Ovvero devono uscire di scena le organizzazioni che hanno fatto dell'esercizio legale della tutela della salute un nuovo business. Per arrivare alla urgente approvazione di una nuova normativa sul tema della responsabilità professionale in sanità. Non sappiamo se con la legge di stabilità come da impegno assunto dalla Ministra Lorenzin. In ogni caso partendo dal testo unificato recentemente adottato alla Camera che richiede ancora aggiustamenti. Si tratta in sostanza di voler instaurare un processo virtuoso che possa consentire la qualificazione della spesa con l'obiettivo di maggiori tutele per tutti, medici, operatori sanitari e cittadini. Stiamo parlando di una molteplicità di medici e operatori sanitari onesti, che fanno seriamente, con dedizione e professionalità, il loro mestiere. Che ogni giorno il sistema sta mettendo a dura prova ma che continueranno a battersi perché il diritto alla salute, e non solo il diritto al rimborso, sia effettivamente esigibile in tutto il paese", concludono.
Articolo tratto da "Quotidiano sanità".
(Com/Dire)