Roma, 8 set. - Caccia grossa dell'Enpam contro l'evasione contributiva. Nel mirino finiscono le società professionali (srl) convenzionate col Ssn che si avvalgono di medici per le prestazioni specialistiche. Dovrebbero versare il 2% del fatturato relativo, ma non tutte lo fanno. Si stima un'evasione milionaria. E ora, con uno speciale Durc targato Enpam, saranno messe alle strette anche da una task force dell'ente di previdenza dei medici. Chi non regolarizza rischia di perdere l'accreditamento e di vedersi bloccati i rimborsi dalle asl.
Maniere forti, insomma.
L'assist. lo aveva dato il ministero del Lavoro un anno fa. Da una parte confermando che se la società professionale non paga i contributi dovuti all'Enpam, la asl chiude i rubinetti dei rimborsi. E rischia seriamente di perdere l'acreditamento.
Dall'altra, chiarendo che le asl non possono rifiutarsi di fornire all'Enpam i dati sulle fatture pagate alle società accreditate. Forte di questo duplice viatico, l'Enpam passa adesso al contrattacco. Il suo Durc, lo speciale certificato di regolarità contributiva anti evasione dell'ente di previdenza, sembra essere blindato. E così adesso si passa alla fase operativa nei confronti di quelle società accreditate col Ssn che si avvalgono di medici e odontoiatri per fornire prestazioni specialistiche: visite, radiologia, medicina nucleare, odontostomatologia, fisiokinesiterapia, Ria, laboratorio analisi. Di tutto, di più, insomma. E la torta si annuncia di tutto rispetto: le società accreditate che versano contributi all'Enpam sono più di mille (1.047). E chissà quante pagano e quante sfuggono al versamento del fatidico 2%: basta dire che in cinque anni sono stati emessi decreti ingiuntivi verso 232 società per un valore complessivo di 15 mln. Piatto ricco, appunto.
La task force. Ma adesso si passa alle maniere spicce. Con azioni già in cantiere. Nel 2016 sarà dato forte impulso all'azione anti evasione contributiva, con una riorganizzazione e un rafforzamento del personale per l'acquisizione e la verifica dei dati. Di più: sarà organizzato uno staff ad hoc per garantire la tempestiva istruzione delle richieste di ravvedimento spontaneo mediante autodenuncia con valutazione delle possibili agevolazioni per procedere alla regolarizzazione contributiva, in modo da evitare, ove possibile, l'interruzione dei pagamenti delle asl. Diverse le facoltà a disposizione del nucleo ispettivo, compresa quella di andare dalle Asl e farsi consegnare gli elenchi dei pagamenti alle società convenzionate e procedere anche per il passato. E a nulla varrà invocare la privacy poiché il ministero del Lavoro ha chiarito appunto che Enpam è legittimato ad agire per la tutela previdenziale ed assistenziale dei medici chirurghi ed odontoiatri (art. 38 Cost.).
Si chiude il cerchio. Così il cerchio si chiuderebbe, insomma. E per il Fondo degli specialisti esterni tornerebbe il sereno, o quasi. Se le società professionali che evadono, si ravvederanno. O saranno incastrate senza scampo. Il Fondo specialisti esterni è il più piccolo nella gestione Enpam. Ma l'unico a essere in disavanzo. A questo Fondo le società professionali accreditate col Ssn devono versare ogni anno entro il 31 marzo i contributi previdenziali per gli specialisti che hanno partecipato a produrre il fatturato della società. La quota ' del 2% sul fatturato delle prestazioni specialistiche rese in regime di Ssn. Articolo tratto da "Il Sole 24 Ore - Sanità".
(Cds/Dire)