Roma, 30 ott. - Uno studio scientifico condotto a partire dai dati di 11mila pazienti ha individuato tre potenziali sottogruppi di diabete 2. Lo studio, guidato da team di ricerca della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, a New York, è stato pubblicato su Science Translational Medicine.
Questo risultato potrebbe in futuro portare ad identificare specifici biomarcatori, simili a firme biologiche della malattia, per ciascuno dei tre sottotipi, affermano i ricercatori.
Il diabete di tipo 2 colpisce globalmente 29 milioni di persone e rappresenta una delle principali cause di decesso a livello mondiale. In generale, questa malattia può comportare alcune complicanze nel corso degli anni e/o soprattutto se viene scoperta in ritardo, non viene seguita o trattata adeguatamente. E' importante sottolineare che "il rischio di sviluppare queste complicanze, che possono essere gravemente invalidanti o addirittura mortali, può essere minimizzato mantenendo costantemente un buon controllo della glicemia e di altri fattori di rischio, quali l'ipertensione e il colesterolo alto", si legge in una nota del Ministero della Salute.
Proprio per indagare le caratteristiche del diabete 2 e delle eventuali complicanze che esso comporta, i ricercatori statunitensi hanno combinato i dati provenienti dai registri elettronici e i dati genomici di 11.210 pazienti, di cui 2.551 con diabete di tipo 2.
In base ai risultati provenienti dai dati delle analisi dei pazienti, il primo sottogruppo è costituito da individui che rientrano nella fascia d'età più giovane e che presentano una forte obesità. In generale, il diabete 2 è associato al rischio di alcune malattie e, tenendo conto di questo rischio, che individua solamente una misura della probabilità di manifestare tali malattie, i ricercatori hanno affermato che il primo sottogruppo di pazienti individuati è più soggetto allo sviluppo malattie renali e retinopatia diabetica, rispetto ad altre patologie. Ovviamente, si parla di un dato che fornisce unicamente una stima della probabilità e che potrebbe essere utile per una migliore salute del paziente.
"Il secondo sottogruppo è maggiormente soggetto al rischio di sviluppare malattie cardiache e il cancro, mentre il terzo soffre più frequentemente di disabilità mentale, malattie cardiache, allergie e infezione da HIV", spiegano i ricercatori.
Indipendentemente da questa prima categorizzazione dei pazienti, anche l'analisi a partire dai dati genomici ha rilevato la presenza di caratteristiche genetiche specifiche, associabili a ciascuno di questi tre sottogruppi. In particolare, i ricercatori evidenziano una corrispondenza significativa tra caratteristiche del fenotipo e varianti genetiche molto specifiche, in una zona del gene molto localizzata, nei tre diversi sottogruppi con diabete di tipo 2.
Secondo gli scienziati, questo risultato evidenzia la possibilità che vi siano dei fattori genetici legati in qualche maniera a questi gruppi.
Lo studio, tuttavia, deve essere approfondito e "necessita di un campione più vasto di partecipanti per stabilire il collegamento causale" tra gli elementi emersi, si legge nella pubblicazione.
Articolo tratto da www.quotidianosanita.it (Wel/ Dire)