(DIRE) Roma, 30 ott. - Nel Lazio il tumore della prostata colpisce ogni anno circa 5.020 persone (35.200 le nuove diagnosi attese nel 2015 in tutta Italia). È la prima neoplasia tra gli uomini di età superiore ai 65 anni, ma 8 cittadini su 10 non sanno che si può prevenire attraverso la conduzione di sani stili di vita. Il 60% gli over65 laziali è in sovrappeso (contro una media nazionale è del 46,2%), più del 19% consumano alcool in quantità rilevante, il 12, 5% dei nonni fuma (rispetto a livelli nazionali dove a fumare solo il 21% degli over65 e uno su quattro beve alcol in quantità elevate), ma solo quattro anziani su dieci svolgono attività fisica con regolarità. Per questi motivi, approda a Roma l'ottavo appuntamento del "Tour della prevenzione oncologica nella terza età" promosso dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).
Una vera e propria campagna, unica nel suo genere a livello nazionale, partita lo scorso luglio a Torino, che fino a ottobre porterà gli oncologi in dieci città italiane per parlare esclusivamente di lotta alle neoplasie tra gli anziani. L'ottava tappa del tour è a Roma, al Centro Anziani Settecamini (Via Canterano 12). "Il fatto che il 79% degli anziani ritiene che modificare le proprie abitudini sbagliate arrivati alla terza età non serva a molto è preoccupante - sottolinea il dott. Paolo Carlini, Dirigente Medico al Regina Elena di Roma -. Anche nel Lazio 6 cittadini su dieci con età superiore ai 65 anni hanno problemi di eccesso ponderale e solo il 40% dei nonni fa sufficiente esercizio fisico. È invece ampiamente dimostrata l'azione protettiva e antitumorale della dieta mediterranea e di una regolare attività fisica, in grado di contrastare i principali processi degenerativi legati all'invecchiamento, prevenire i disturbi cardiovascolari e metabolici e diminuire anche il rischio oncologico. Basti pensare che smettere di fumare in età avanzata, come confermano recenti studi, riduce il rischio di invalidità e mortalità fino al 34%".
Il tour si focalizza soprattutto sui tumori della terza età, per spiegare che si deve prevenire, ma anche che quando colpisce può essere vinto e si può tornare ad una vita normale. L'obiettivo? Intercettare una fascia della popolazione per la quale non esistono finora programmi di informazione e prevenzione adeguati. "Correggere le proprie abitudini presenta enormi vantaggi anche se in un'età matura - aggiunge il dott. Carlini - Negli anziani, il rischio di cancro è 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni e 4 volte maggiore rispetto a quelle di 45-65 anni. Stili di vita sani, non solo hanno effetti preventivi, ma quando si è colpiti dalla malattia, aiutano a rispondere meglio alle terapie e ad abbassare il rischio di recidiva".
"Non solo, un secondo problema su cui dobbiamo informare questa fascia della popolazione - prosegue l'esperto - riguarda il momento della diagnosi. La maggior parte dei tumori nella terza età sono scoperti in fase avanzata. E spesso non tutti questi pazienti accedono ai trattamenti più innovativi. Per questo nel corso dell'incontro di stasera, illustreremo anche i concetti di screening e di tempestività della diagnosi. Prima si intercetta la malattia, maggiori sono le possibilità di superarla con una buona qualità di vita, anche se si è ultrasettantenne".
Tra i temi che verranno trattati nel dibattito, anche la gestione del tumore alla prostata, il più frequente tra gli uomini over75. "Si tratta di una malattia subdola, perché possono passare anni prima della comparsa di sintomi significativi - spiega l'oncologo - Tuttavia, grazie a una maggior attenzione al proprio stile di vita e a nuovi trattamenti, questo tumore può essere gestito bene, anche in età molto avanzata. Nove pazienti su dieci, infatti, superano la malattia con una buona qualità di vita. A differenza di altri tumori, per quello prostatico non esistono ancora programmi di screening efficaci come la mammografia e il sangue occulto nelle feci. Per questo è importante informare sulla malattia. Diffonderemo negli incontri anche un opuscolo che consente ai malati e ai caregivers di conoscere la patologia, capire cos'è e quando può essere fatto il psa e fornisce consigli pratici su come gestire il forte impatto che la neoplasia ha nella quotidianità della persona".
(Wel/ Dire)