(DIRE) Roma, 20 ott. - Chi soffre di psoriasi, il più delle volte, va incontro ad un percorso diagnostico complesso. Oltre un terzo dei pazienti, infatti, segnala dubbi e incertezze da parte del medico interpellato dopo la comparsa dei sintomi. Per ottenere una diagnosi corretta, poi, ben 7 pazienti su 10 sono passati da uno specialista all'altro, mentre in 5 su 10 si sono rivolti in media a 4 diversi specialisti o centri prima di individuare l'attuale interlocutore cui affidarsi per le cure. In 2 casi su 10, infine, i sintomi sono stati associati dal medico ad un'altra patologia. Sono alcuni dei dati emersi da un'indagine condotta dal Censis su 300 pazienti affetti da psoriasi, 56 dermatologi dei centri per il trattamento della patologia sul territorio nazionale e 21 farmacisti ospedalieri. La ricerca è stata presentata oggi a Roma nel corso di un evento dal titolo: 'La psoriasi: conoscenza e cura', che si è svolto presso la sala Cristallo dell'Hotel Nazionale.
Ma che cos'è esattamente la psoriasi? E quanti sono in Italia e nel mondo a soffrirne? "Si tratta di una malattia cutanea infiammatoria cronica ad alto impatto sociale- fanno sapere gli esperti- che colpisce fino al 3% della popolazione mondiale, ovvero oltre 125 milioni di persone. A soffrirne nel nostro Paese, invece, sono oltre 2 milioni di persone. Un numero, questo, che si ritiene tuttavia largamente sottostimato".
Tornando all'indagine, dalla ricerca del Censis è ancora emerso che è forte il bisogno di informazione da parte dei pazienti: circa la metà del campione, infatti, giudica insufficienti le informazioni di cui dispone, sia sulla malattia sia sui servizi a disposizione dei pazienti. "Il dermatologo- sottolinea il Censis- è indicato da 9 pazienti su 10 come il soggetto da cui i rispondenti hanno attinto le informazioni di cui dispongono sulla psoriasi, seguìto dal medico di medicina generale (citato da 4 pazienti su 10), che è anche la figura alla quale più frequentemente i pazienti si rivolgono dopo la comparsa dei sintomi".
Il web ha quindi un ruolo tutt'altro che marginale: il 37% circa dei pazienti più giovani e dei più istruiti, in particolare, indica la rete quale fonte principale di informazione. "Oltre il 70% dei dermatologi- emerge ancora dall'indagine- evidenzia poi che la gravità della patologia è sottovalutata. E se i centri specializzati sono ad oggi il punto di riferimento per la prescrizione dei farmaci, controlli o monitoraggio delle terapie e anche, come indica oltre il 42% dei pazienti intervistati, per la formalizzazione della diagnosi, 8 dermatologi su 10 ritengono che la rete dei centri per il trattamento della psoriasi attuale andrebbe ridefinita, per garantire un livello di offerta più uniforme su tutto il territorio e un migliore percorso di cura ai pazienti".
Quanto la malattia incide sulla condizione psico-fisica dei pazienti? L'indagine del Censis ha riposto anche a questo: "Nei pazienti nel 65% dei casi esiste la paura della evoluzione della malattia, nel 56% la vergogna per i segni sul corpo, mentre nel 52% c'è fastidio per il timore che le altre persone hanno di essere contagiate. Solo il 24% si dichiara invece soddisfatto della propria vita". La maggior parte dei pazienti sviluppa anche un senso di rassegnazione: il 48% dei più gravi riconosce di avere spesso periodi di depressione. Per i più giovani, esattamente 1/4, ad essere compromessa è anche l'intimità con il partner: "La ricomparsa dei sintomi è il principale evento critico indicato dal 35,6% degli intervistati, seguìto- conclude l'indagine del Censis- dalla comparsa dei sintomi iniziali della malattia (31,8%)".
(Cds/ Dire)