(DIRE) Roma, 19 ott. - In occasione della ricorrenza della Giornata Mondiale dell'Osteoporosi, il Prof. Giovanni Minisola, esperto di Osteoporosi e Direttore della Divisione di Reumatologia dell'Ospedale di Alta Specializzazione 'San Camillo' di Roma, fa rimarcare come questa patologia rimanga decisamente misconosciuta dalla maggioranza della popolazione femminile anche nella Regione Lazio. E questo perche', ancora troppo spesso, si ignora che l'osteoporosi nella sua forma piu' severa aumenta considerevolmente il rischio di una o piu' fratture, anche soltanto per un minimo sforzo, come il sollevamento di una busta della spesa, la torsione del busto o un saltello: "L'osteoporosi- dichiara il Prof. Giovanni Minisola - rappresenta un problema socialmente molto rilevante che, se aggravato da fratture, influenza negativamente la durata e la qualita' della vita delle persone, soprattutto donne, che ne soffrono, impegnando rilevanti risorse economiche da parte del Ssn, anche in rapporto al costante allungamento della vita media della popolazione italiana. E' doveroso per gli specialisti delle malattie ossee invitare i soggetti piu' a rischio, come le donne in menopausa o chi assume cortisone, a non sottovalutare il problema, specie in caso di dolore alla colonna, improvviso o persistente, possibile sintomo di frattura vertebrale da fragilita' ossea, la cui incidenza e' molto piu' alta di quanto si pensi". Si calcola che nei prossimi 40 anni, anche nel Lazio, in assenza di percorsi diagnostici e terapeutici mirati per la popolazione a rischio, l'incidenza delle fratture da fragilita' ossea raddoppiera'. "Per meglio mettere a fuoco questo preoccupante scenario- continua Giovanni Minisola- si consideri che la frattura vertebrale, la complicanza piu' frequente e temibile dell'osteoporosi, costituisce il primo momento del cosiddetto 'effetto domino', che consiste nella probabilita' 5 volte maggiore che possano verificarsi altre fratture vertebrali, o in altre sedi (omero, polso, femore), entro un anno dalla prima frattura vertebrale.
Nonostante questo dato certo e drammatico, risulta che nel Lazio e' ancora molto alta la percentuale dei pazienti con fratture vertebrali osteoporotiche non trattati, con rilevante e concreto aumento del rischio di aggravamento e complicanze della loro condizione". Cosi' in un comunicato Weber Shandwick Italia.
Ancora troppo spesso, infatti, si tende a sottovalutarne i sintomi, come il dolore nei tratti dorsale e lombare della colonna, considerandoli alla stregua del risultato quasi fisiologico dell'invecchiamento. "E' fondamentale- sottolinea il prof. Minisola- una maggiore sensibilita' verso il sintomo 'dolore alla colonna', quale campanello di allarme di un evento fratturativo da trattare tempestivamente e appropriatamente, secondo quanto previsto dalle Linee Guida nazionali e internazionali. Anche la temibile frattura di femore da osteoporosi non puo' considerarsi risolta solo con l'intervento chirurgico, ma necessita- come tutte le fratture- di essere opportunamente trattata anche con la terapia farmacologica, contrariamente a quanto oggi, invece e purtroppo, solo raramente viene fatto. Particolare preoccupazione suscita il dato recentemente pubblicato, secondo il quale circa il 70% dei pazienti italiani fratturati di femore sottoposti ad intervento chirurgico non segue poi un adeguato trattamento farmacologico. Tale trattamento oggi puo' e deve essere attuato nel rispetto e secondo le indicazioni della nuova Nota 79, recentemente emanata da Aifa. Tale nota individua i soggetti a rischio di osteoporosi severa e stabilisce per loro il percorso terapeutico piu' appropriato da seguire". La Giornata Mondiale dell'Osteoporosi ha come obiettivo quello di promuovere una sempre maggiore consapevolezza nella popolazione, specie in quella femminile, di questa patologia. Ecco perche', in occasione di questa ricorrenza, diventa fondamentale ai fini della prevenzione, richiamare l'attenzione sullo stile di vita (evitare il fumo, fare attivita' fisica, alimentazione corretta) e su altri fattori di rischio, come la predisposizione genetica e la familiarita', continua Weber Shandwick Italia.
I NUMERI DELL'OSTEOPOROSI. L'osteoporosi e' una patologia che interessa, nel mondo, oltre 200 milioni di donne (22 milioni solo in Europa) e la cui causa e' senz'altro legata all'avanzare dell'eta' e alla conseguente perdita di massa ossea, con manifestazioni che, pero', possono essere anche molto precoci. Si tratta di una patologia che interessa il 30% di tutte le donne che vanno in menopausa, ma puo' insorgere anche dai 45 anni se la menopausa e' precoce, condizione che, si stima, interessi circa il 4-5% della popolazione femminile. Le fratture da fragilita' ossea, conseguenza grave dell'osteoporosi, hanno un'incidenza che non deve essere assolutamente da sottovalutare: secondo la World Health Organization, infatti, ogni 3 secondi, si verifica una frattura da fragilita' osteoporotica a carico di femore, polso e vertebre. Cio' equivale a circa 25 mila fratture al giorno o 9 milioni all'anno. Si calcola che almeno il 40% delle donne dopo i 50 anni andra' incontro ad una frattura da osteoporosi quali fratture di femore (17%), vertebrali (16%) o di altri segmenti ossei (polso, pelvi, omero prossimale ecc.).
Secondo l'Oms e la Iof (International Foundation of Osteoporosis) la presenza di una frattura da fragilita' ossea (vertebrale o di altri segmenti scheletrici), configura sempre una condizione di OP severa.
LA CAMPAGNA "STOP ALLE FRATTURE". 'Stop Alle Fratture' e' un'iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alle donne sopra i 50 anni di eta' per informarle sulle possibili conseguenze dovute alla fragilita' scheletrica. L'iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose societa' scientifiche come la Siommms (Societa' Italiana dell'Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), la Siot (Societa' Italiana di Ortopedia e Traumatologia), la Sir (Societa' Italiana di Reumatologia), l'Ortomed (Societa' Italiana di Ortopedia e Medicina) e il Gisoos (Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell'Osteoporosi Severa) e, da quest'anno, anche il Gismo (Gruppo Italiano di Studio Malattie Metabolismo Osseo), conclude Weber Shandwick Italia.
(Comunicati/Dire)