(DIRE) Roma, 16 ott. - "E' con una certa soddisfazione che ho trovato nella legge di stabilita' 2015 la stabilizzazione di 6000 borse di studio per le scuole di specializzazione in Medicina e chirurgia. E' vero non sono ancora sufficienti, perche' i laureati in medicina sono almeno 7.500 ogni anno. Ma e' il doppio di quanto veniva stanziato solo 2-3 anni fa". Lo afferma in una nota Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd- Udc).
"Un bel salto di qualita' di cui i futuri specializzandi debbono ringraziare il Ministro Giannini, che ha mantenuto quanto aveva promesso in questo campo. Da quando sono in Parlamento tutti gli anni faccio la stessa battaglia a favore dei giovani medici- spiega Binetti- ricordando con tutti i mezzi a disposizione: interrogazioni, interpellanze, emendamenti, che la facolta' di medicina andrebbe considerata come una facolta' a ciclo unico della durata minima di 10 anni, perche' la specializzazione e' parte integrante della formazione del giovane medico. Senza specializzazione non c'e' spazio per un lavoro professionale stabile e dignitoso".
"Il numero di borse messe a disposizione dei giovani laureati- dice ancora Binetti- deve coincidere con il numero di posti messi a bando al momento della iscrizione, sei anni prima, perche' si tratta di un processo di formazione unico ed unitario. E' indispensabile avere una specializzazione per poter esercitare in una struttura pubblica o accreditata la propria professione di medico. Piu' volte interpellata il ministro Giannini ha sempre dato rassicurazioni in tal senso, ma quello di oggi e' un fatto concreto che va oltre le generiche rassicurazioni".
Per questo la stiamo sollecitando da tempo ad abolire il tirocinio di sei mesi che separa laurea ed abilitazione, essendo quest'ultima conditio sine qua non per accedere al concorso nazionale per le scuole di specializzazione. Meglio saldare la fase formativa di base: i sei anni del corso di laurea, alla fase specialistica successiva, 4-5 anni, senza interruzioni di sorta. In un ciclo che dura almeno 10 anni di formazione, occorre evitare ritardi e dispersione", conclude la parlamentare.
(Wel/Dire)