(DIRE) Roma, 13 ott. - È allarme 'mal di rumore' nelle grandi città di tutto il mondo. Quasi un terzo della popolazione, infatti, è esposto a un eccesso di rumore: i troppi decibel possono aumentare di circa il 30% la probabilità di avvertire un disturbo uditivo e si associano inoltre a un incremento di quasi il doppio dei casi di disturbi dell'umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa. Una problematica, questa, avvertita soprattutto negli Stati Uniti, dove il 16% è esposto a un livello alto di rumore; segue l'Italia (con il 10%), mentre il terzo posto spetta a Francia, Gran Bretagna e Portogallo (con il 7%). È quanto emerge dal Consensus Paper 'Coping with noise', presentato a Milano.
"L'esposizione al rumore- spiega Giancarlo Cianfrone, professore Ordinario di Audiologia e direttore del Dipartimento Organi di Senso presso l'Università Sapienza di Roma- può danneggiare le nostre orecchie. Si tratta di danni anatomici e funzionali che dipendono dall'intensità del rumore, dalla durata dell'esposizione e dalla suscettibilità che ogni persona ha nei confronti del rumore. In pratica, un eccesso di decibel può compromettere lo stato di salute delle strutture sensoriali e neurali uditive". Ma quali sono i soggetti più a rischio? "I soggetti più suscettibili e vulnerabili al rumore- spiega ancora Cianfrone- sono da una parte i giovani e gli adolescenti, spesso esposti a musica ad alto volume, e gli anziani, in cui invece al rumore si aggiunge il possibile utilizzo di farmaci ototossici e un maggiore rischio metabolico e cardiovascolare: un mix esplosivo per l'udito".
Tornando ai dati presentati dal Consensus Paper, nelle grandi città di tutto il mondo quasi un terzo della popolazione (il 28%) è costretto a convivere con un eccesso di decibel. Prendendo in esame gli abitanti che lamentano il livello più alto di rumore, fa sapere ancora la ricerca condotta dal Consensus Paper, l'Italia con il 10% risulta essere il Paese in assoluto più 'assordato' dopo gli Stati Uniti (con il 16%). Lo Stivale è quindi più rumoroso di Francia, Gran Bretagna e Portogallo (7%), ben più chiassoso di Paesi Bassi e Nuova Zelanda (4%), per non parlare della silenziosissima Germania (2%). Tra le città italiane quella che si fa sentire di più è Napoli (15%): non solo il capoluogo campano batte Roma (9%), Milano e Torino (8%), ma conquista il terzo gradino del podio mondiale della rumorosità dopo New York (36%) e Los Angeles (24%), distanziando così anche Parigi (10%), Londra, Bruxelles e Porto (8%).
Il rumore finisce insomma sul banco degli imputati e per gli esperti siamo di fronte a una vera e propria emergenza che può mettere a rischio la salute generale dei cittadini. "Alcune indagini- spiegano gli esperti- considerano il rumore un fattore di rischio cardiovascolare: si calcola che la semplice riduzione di 5 decibel sarebbe sufficiente a diminuire la prevalenza di ipertensione nella popolazione dell'1,4%, mentre quella di coronaropatie e infarti calerebbe dell'1,8%". In Italia, per esempio, questo 'risparmio' di decibel potrebbe portare "a 200mila ipertesi e a 2mila infarti in meno".
Dal Consensus Paper, inoltre, emerge anche una pericolosa correlazione tra il rumore e alcuni disturbi fortemente debilitanti: "Circa il 30% delle persone esposte a un livello alto di rumore- fanno sapere- lamenta un disturbo dell'umore (irritabilità, umore instabile, nervosismo e preoccupazione), insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa, contro il 16% di chi è meno esposto al rumore. In pratica, all'aumentare dei decibel si riscontra una crescita di circa il doppio dei vari disturbi. Un elevato livello di esposizione al rumore, infine, aumenta di circa il 30% la probabilità di avvertire una qualche difficoltà uditiva".
(Wel/ Dire)