(DIRE) Roma, 12 ott. - In un momento in cui si delineano nuovi scenari organizzativi legati ai cambiamenti tecnologici, sistemici e socioeconomici, il tema dell'invecchiamento della categoria dei medici di medicina generale è particolarmente rilevante. Più della metà di loro (il 54,5%) attribuisce al fenomeno una valenza negativa ai fini della riorganizzazione delle cure primarie; mentre tra i più giovani, in particolare, emerge una diffusa consapevolezza sul fatto che con l'avanzare dell'età i professionisti possano dimostrare una maggiore resistenza ai cambiamenti e a 'mettersi in discussione'.
Sono alcuni dei risultati della ricerca annuale condotta dal Centro studi nazionale della Fimmg, dal titolo 'Anche i medici invecchiano. Problemi emergenti e sfide per i medici di medicina generale', condotta su un campione rappresentativo di oltre mille medici di medicina generale. I risultati sono stati presentati oggi a Cagliari in occasione del 71° Congresso nazionale Fimmg-Metis, in corso presso il Complesso Chia Laguna Domus De Maria. "L'indagine- spiega Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi della Fimmg- evidenzia come i medici percepiscano le spinte per aggiornare capacità e competenze, trainati su questo dalla parte più giovane della categoria".
Nonostante il fattore età, prosegue l'indagine condotta dalla Fimmg, "oltre il 75% dei medici dimostra un atteggiamento positivo verso il cambiamento: un 35% afferma di confidare, per affrontarlo, nell'elevato interesse verso la professione, un 27% nei nuovi stimoli e motivi di impegno nelle nuove modalità di lavoro, un altro 14,8% conferma che un rinnovamento era assolutamente necessario". L'ipotesi di disporre di soluzioni lavorative flessibili che favoriscano un accesso anticipato a parziali prestazioni pensionistiche viene invece giudicata "appropriata per risolvere il problema dal 68% del campione, anche se solo il 34,3% pensa che possa essere realizzata".
E ancora: "Il 29,3% dei medici di medicina generale afferma di voler continuare ad esercitare la professione anche dopo il pensionamento. L'attuale limite di età pensionabile è quindi giudicato adeguato dal 37% del campione, mentre il 41,4%, infine, lo giudica poco o per niente adeguato". Il 70,6% del campione, fa sapere ancora l'indagine, dice di essere stato in grado di acquisire "'molto' nel corso della propria vita professionale per quanto riguarda nuove capacità e competenze e di saperle efficacemente utilizzare. Nove medici di medicina generale su 10, infine- conclude l'indagine- pensano che lo studio continuo sia un dovere professionale prima che un obbligo".
(Wel/ Dire)