Roma, 1 ott. - Quando il prorettore Renato Masiani ha ribadito "il riconoscimento della natura universitaria del Policlinico Umberto I" insieme con "il suo rilancio", l'aula Paride Stefanini è esplosa in una ovazione. Applausi e tutti in piedi. Centinaia di professori, medici, infermieri, personale tecnico e amministrativo riuniti insieme in assemblea sindacale per dire no alla "destrutturazione" e "alla riorganizzazione del personale" voluta dal direttore generale del Policlinico Domenico Alessio che con una serie di provvedimenti vorrebbe "retrocedere il personale universitario escludendolo dalla dirigenza dell'ospedale". "Ma l'Umberto I è un policlinico universitario che va gestito come tale e con le regole di un policlinico universitario - spiega il prorettore della Sapienza Renato Masioni -: è un'azienda dove si svolgono attività didattico-scientifiche oltre a quelle di assistenza sanitaria, ci sono medici docenti, l'Umberto I non è un ospedale di zona che fa solo l'ospedale". E perciò, in una nota congiunta Cgil, Cisl, Uil e Confsal università hanno ribadito "con forza il ruolo inscindibile delle funzioni di didattica, ricerca e assistenza svolte dal personale". Questo perché, nei piani del dg Alessio ci sarebbe proprio quello di "retrocedere" il personale universitario della Sapienza e rimandarlo all'università. Ma, spiega Stefano Lazzarini della Cisl università, "c'è una legge, la 517, che prevede che l'università partecipi con medici e infermieri (circa 2.900 persone) al personale del Policlinico: si tratta di personale medico assunto dall'università e pagato per 2 terzi dalla Sapienza e un terzo dalla Regione". I 400 della Paride Stefanini non hanno chiesto le dimissioni di Alessi, per ora, "i toni sono stati volutamente bassi, siamo per il dialogo". Ma un invito ad "osservare le regole" è stato inviato al direttore Alessi. E la parola fine è ancora lontana.
Articolo tratto da 'Il Corriere della sera' (Wel/ Dire)