(DIRE) Roma, 30 nov. - C'e' il rischio di "nuovi tagli" per la sanita' con una riduzione della spesa di circa mezzo punto di Pil, pari a 8 miliardi tra il 2015 e il 2019. E' quanto scrive l'Ufficio parlamentare di bilancio nel 'Rapporto sulla politica di bilancio 2016', in cui vengono esaminati i documenti programmatici di bilancio e il disegno di legge di stabilità per il 2016.
"Rimane l'incertezza- si legge nel Rapporto- sulla ripartizione dei precedenti tagli, già stabiliti fino al 2018 (Dl 66/2014 e legge di stabilità 2015) e confermati per il 2019 dal Ddl di Stabilità: infatti, la parte che non è stata ancora attribuita alla sanità con il Dl 78/2015 andrà allocata e ripartita per il 2016 mediante Intesa, o comunque tramite Dpcm (in coerenza con il Dl 66/2014), e per gli anni successivi con le procedure sopra indicate per il nuovo contributo: è possibile che la sanità sia fatta oggetto di nuovi tagli, in quanto tali procedure sembrano differenziarsi da quelle applicabili nel primo anno essenzialmente perché viene esplicitata la possibilità di intervenire sul finanziamento al comparto sanitario. Resta problematica la valutazione dell'effettività degli interventi rispetto alle prestazioni rese in un comparto che concorda annualmente la ripartizione di misure di contenimento pluriennali o permanenti". Peraltro, "data la composizione dei bilanci delle Regioni, sembra inevitabile che una quota crescente della correzione colpisca il Ssn".
Ciò detto, "considerando le stime sull'evoluzione della spesa sanitaria a legislazione vigente contenute nella Nadef del 2015, che prevedono un calo, in rapporto al Pil, da 6,8 a 6,5 punti percentuali tra il 2015 e il 2019, nel quadro programmatico la riduzione complessiva a fine periodo potrebbe risultare di circa mezzo punto di Pil- conclude Upb- si osservi inoltre che una quota del finanziamento al Ssn, pari a 0,8 miliardi, viene condizionata per il 2016 all'adozione dei nuovi Lea".
(Wel/ Dire)