(DIRE) Roma, 30 nov. - La manifestazione di sabato a Roma da parte dei medici non è stata "a difesa della categoria e del nostro lavoro, ma della collettività e del sistema sanitario nazionale come punto fondamentale di un paese civile". Così il presidente dell'Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Roberto Lala, intervistato dall'agenzia Dire alla manifestazione 'Una sanità a pezzi', che si è svolta a piazza Santi Apostoli.
"Il sistema sanitario pubblico- ha proseguito Lala- viene messo continuamente a disagio: le strutture sono obsolete, i medici non vengono sostituiti perché il turnover è bloccato e vengono sottoposti a orari massacranti che non possono garantire la qualità del servizio. È civile un paese che dice ai medici di lavorare per un giorno intero, dopo aver fatto il turno di notte, perché manca il personale? Per queste cose, l'Ue ci ha sanzionato. Non siamo qui a difesa del nostro lavoro ma per la salute pubblica, per esigenze di qualità nell'assistenza dei cittadini: chi parla di inappropriatezza delle cure è inappropriato".
"Nonostante il rinnovo dei Pronto soccorso- ha aggiunto- a Roma la situazione è tragica. I posti letto sono troppo pochi, le strutture territoriali sono inadeguate. Inoltre, ci sono due problemi che si sovrappongono: il Giubileo, con milioni di persone che arriveranno, ed il terrorismo che ci minaccia.
Dobbiamo trovarci pronti al peggio, ma in Francia ci soni il doppio dei posti letto. A Roma cosa succederebbe? Va bene ristrutturare i Pronto soccorso, ma se non mettiamo altri posti letto ed assumiamo nuovi medici, il problema rimane".
(Wel/ Dire)