(DIRE) Roma, 27 nov. - Nel corso dell'incontro formativo, presso l'aula Bignami, 'Integrazione ospedale-territorio nella gestione del Percorso diagnostico terapeutico riabilitativo assistenziale del paziente con fibrosi cistica', è stato ufficializzato il Protocollo d'intesa fra il Policlinico Umberto I di Roma, sede del Centro di riferimento regionale per la cura della fibrosi cistica, e la Asl RmA, rappresentata dal dottor Fabio De Angelis, direttore sanitario del II e III Distretto.
Il centro, diretto dalla dottoressa Serenella Bertasi, è stato istituito ai sensi della Legge regionale 36 del 1990 e della successiva Legge nazionale 548 del 1993, con funzioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione e, ad oggi, segue circa 500 pazienti. L'accordo segna un traguardo importantissimo per l'assistenza domiciliare e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Un team multidisciplinare di esperti del Centro fibrosi cistica del Policlinico Umberto I di Roma e della Asl RmA prenderà direttamente in carico i pazienti, garantendo un'assistenza a 360 gradi e la possibilità di effettuare a domicilio i trattamenti terapeutici del caso. La riduzione delle ospedalizzazioni permetterà di ridurre notevolmente i costi dell'assistenza ospedaliera e offrirà al malato la possibilità di ottenere la cura nell'ambiente a lui più caro e confortevole: la propria casa.
"Il Policlinico Umberto I ha sempre avuto grande attenzione per la fibrosi cistica ma anche grande impegno per l'implementazione di tutta l'attività, nonchè locali e personale" ha dichiarato il professor Ferdinando Romano, direttore sanitario dell'Umberto I. "L'integrazione ospedale-territorio è il vero segreto della sostenibilità del sistema, se il territorio fa la sua parte e l'ospedale fa la sua parte, il sistema diventa finalmente sostenibile. Questo è un modello importantissimo, applichiamolo anche per altre patologie, prendiamo spunto dal fatto che si può fare: ospedale e territorio si possono perfettamente integrare e così, finalmente, potremmo dare garanzie ai pazienti e rispondere alle aspettative" ha concluso il professor Romano.
(Wel/ Dire)