(DIRE) Roma, 25 nov. - La conferenza indetta dall'Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e Odontoiatri per celebrare la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne si è incentrata sul tema della prevenzione, della necessità per gli operatori sanitari di intercettare con anticipo i segnali che precedono una violenza e degli strumenti con cui è possibile fare un'attenta analisi preventiva, a partire dal rapporto dell'Oms. Il rapporto presentato dalla psicoterapeuta Emanuela Battisti ha evidenziato come il 35% delle donne in tutto il mondo abbia vissuto un'esperienza traumatica in seguito a violenze subite, il 38% dei casi di femminicidio sia stato causato da un partner o ex intimo e il 42% abbia sofferto di lesioni, disturbi psicologici, abuso di alcol e droga, gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili.
"L'iniziativa di oggi- ha dichiarato la coordinatrice dell'evento Cristina Patrizi, consigliera dell'Ordine- è volta a studiare e riflettere sul fenomeno della violenza di genere, cresciuta tra il 2012 e il 2013. Alla luce di dati sempre più preoccupanti, noi operatori sanitari ci chiediamo cosa possiamo fare per intercettare precocemente i segnali d'allarme ed evitare fenomeni come il femminicidio. Sappiamo che le donne soggette a violenze usufruiscono dei servizi sanitari più delle persone che questo drammatico fenomeno non lo vivono: in Italia sono oltre 8.000 gli accessi in Pronto soccorso per donne con violenze e percosse, di questi oltre il 10% torna e oltre il 44% aveva già avuto un precedente accesso. Quello che possiamo fare noi è lavorare per formare il personale all'individuazione precoce dei segnali d'allarme e garantire locali con un'accoglienza corretta. Le donne che subiscono violenza sono donne che la subiscono per un periodo prolungato della propria vita e dovrebbero trovare un percorso d'accoglienza prolungato e multidisciplinare, come le Case della salute, per cui ci siamo molto battuti".
"Dobbiamo fare in modo- ha continuato Patrizi- che gli strumenti sanitari messi a disposizione siano validi, soprattutto sul territorio, dove questo tipo di segnalazioni trovano una giusta accoglienza: è sul territorio che si può fare prevenzione. Come commissione Pari opportunità speriamo e ci auguriamo di lavorare con la commissione che si occupa della violenza di genere per realizzare un percorso in cui mettere a prova sul territorio gli strumenti per individuare le donne a rischio e per mettere in pratica un test di rilevazione precoce della violenza familiare. Vogliamo portare davanti agli occhi della sanità pubblica e della nostra regione il contributo dei medici romani e della commissione Pari opportunità. Il nostro presidente Roberto Lala ha dato la sua piena disponibilità per la realizzazione di questa forma di studio e speriamo l'anno prossimo di avere qualche dato su cui riflettere".
Rosa Maria Scalise, coordinatrice della commissione Pari opportunità dell'Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha aggiunto: "L'iniziativa è andata molto bene, abbiamo evidenziato che vi è la necessità di fare prevenzione nelle scuole, ma anche di parlare del femminicidio non solo in questa giornata ma 365 giorni l'anno. Là dove è possibile è doveroso organizzare manifestazioni per far capire che il fenomeno può essere risolto e affrontato, attraverso centri d'ascolto o con l'aiuto del medico di medicina generale, perchè da sole non si va da nessuna parte. Una donna che subisce violenza ha due strade da percorrere: la denuncia di ciò che le è accaduto e rivolgersi a un centro di salute mentale o a centri antiviolenza, che la aiutino a superare il disturbo di carattere traumatico, che sicuramente ha riscontrato. L'importante è che chieda aiuto. E anche noi dobbiamo contribuire a far capire a tutte le donne che bisogna chiedere aiuto".
(Wel/ Dire)