(DIRE) Roma, 23 nov. - Dal percorso di autocontrollo dell'azienda sanitaria di Trento al protocollo tra Regione Toscana, ordini dei medici e Università toscane, fino all'associazione dei medici veterinari. Sono solo alcuni degli esempi di buone pratiche nel mondo della sanità che emergono dal primo rapporto "Trasparenza, etica e legalità nel settore sanitario", redatto dall'Agenas, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, in collaborazione con l'associazione Libera. Presentato questa mattina a Roma, alla presenza di Lucia Borsellino, responsabile del 'Patto Anticorruzione' dell'Agenas, della senatrice Nerina Dirindin e di Gabriella Stramaccioni, dell'ufficio di presidenza di Libera, il rapporto fotografa un mondo di operatori sanitari che si attivano nella lotta a corruzione e illegalità, mettendo in luce le numerose buone prassi emerse durante la ricerca.
L'analisi è stata effettuata da un gruppo di ricercatori di Libera su 240 operatori sanitari, prendendo in considerazione le direttive dell'Anac, autorità nazionale anticorruzione. La fotografia che emerge risulta confortante: le aziende sanitarie analizzate, infatti, dimostrano una chiara tendenza all'implementazione delle procedure su appalti, accessibilità dei dati e trasparenza, con la "soddisfazione media" della normativa pari al 72%. Restano, comunque, importanti zone d'ombra: il 25% delle aziende, infatti, non pubblica i dati sugli appalti seguendo le indicazioni dell'Anac, mentre circa il 33% delle aziende non pubblica i contratti con i privati, accreditati. Per il futuro, comunque, i dati sembrano incoraggianti, con l'82% delle aziende che hanno già pubblicato i piani anticorruzione per il triennio 2015-2018.
"Questo rappresenta un primo focus sulla trasparenza e la legalità dei sistemi sanitari regionali", dichiara Lucia Borsellino, che ha ringraziato "il duro lavoro dell'Agenasnel rendere possibile il rispetto di una scadenza importante come l'aggiornamento del piano nazionale anticorruzione. Oggi si parla di mettere in campo tutti gli strumenti per garantire l'integrità e la sostenibilità del nostro sistema di welfare, e questo rapporto è uno strumento importantissimo per farlo".
"Dobbiamo cambiare la cultura della trasparenza- prosegue- e farla diventare prassi, comportamenti lineari e spontanei, non prescrittivi. Per far questo, formazione e informazione rappresentano le leve strategiche: la nostra parola d'ordine deve essere l'accrescimento culturale del sistema".
(Wel/ Dire)