(DIRE) Roma, 13 nov. - "Secondo la nostra valutazione ufficiale, basata su dati di tipo epidemiologico, le persone colpite nel Lazio da Sclerosi Multipla sono circa 4mila. Ma esistono in merito altri dati, prodotti dalla Regione Lazio in occasione dello sviluppo del Percorso assistenziale, che parlano addirittura di un numero doppio rispetto alla nostra valutazione, cioè di circa 8mila persone colpite da questa malattia. Di tali dati, però, ad oggi non conosciamo ancora fino in fondo i meccanismi di valutazione". Così Giancarlo Silveri, presidente dell'Aism sezione di Roma, intervistato dalla Dire a margine di un evento organizzato oggi dall'Associazione italiana Sclerosi Multipla per discutere sui Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (Pdta) nella SM.
"La difficoltà di fare una stima precisa- ha proseguito- è legata anche al fatto che nel Lazio, a Roma in particolare, ci sono tantissimi centri clinici e quindi le persone, spesso, si spostano da un centro all'altro. Mancando un registro della Sclerosi Multipla, dunque, c'è difficoltà a fare una stima precisa. C'è poi anche un altro meccanismo legato a questa incertezza: i centri clinici, infatti, riescono a seguire le persone solo nel percorso iniziale della loro malattia e, quando si arriva a livelli di disabilità più elevati, queste stesse persone hanno difficoltà ad andare nel centro clinico e non traggono, tra l'altro, grandi benefici da parte delle terapie che gli vengono somministrate. I malati più gravi, infatti, hanno soprattutto necessità di interventi di riabilitazione, che sono a carico del territorio. In questo modo, insomma, sfuggono alla conoscenza dei centri clinici perché disseminati nel territorio".
Per arrivare ad una valutazione precisa, in assenza di un registro, ha spiegato ancora il presidente dell'Aism sezione di Roma, è necessario allora fare "un lavoro molto complesso come quello fatto dalla Regione Lazio, ma di cui ancora, ad oggi, non abbiamo visto i risultati. Avere un dato certo- ha poi sottolineato Silveri- consentirebbe anche di avere uno strumento molto più affidabile per avere una corretta allocazione delle risorse disponibili da parte del Servizio sanitario nazionale.
Cosa, questa, che il Pdta dovrebbe prevedere e auspicare per un suo corretto funzionamento. Avere una informazione precisa- ha infine concluso- sarebbe insomma davvero importante".
(Cds/ Dire)