(DIRE) Roma, 12 nov. - "Tra dieci giorni l'Italia avrà una procedura di infrazione se non ottempera. E la procedura di infrazione è pesante, perché si prendono delle multe quotidiane pazzesche. Questo, quindi, è un tema che il nostro Paese deve risolvere. Noi nella Legge di stabilità abbiamo emendato, dicendo di sbloccare il turn over almeno per i cosiddetti 'h24', 'h12' e per le urgenze più grandi, per evitare che per i medici ci siano turni massacranti di 24 o 72 ore". Così Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, a margine del IV Healthcare Summit del 'Sole 24 Ore', risponde ai giornalisti in merito alla norma Ue relativa ai nuovi orari di lavoro dei medici.
"Se facciamo un investimento- ha proseguito- dimostrando all'Europa che l'abbiamo fatto e che quindi ci stiamo muovendo, questo potrebbe essere intanto sufficiente: la verifica a posteriori, infatti, è un'altra cosa. Intanto dobbiamo dimostrare di ottemperare la direttiva, facendo dei provvedimenti che vadano in quella direzione". Ma lei esclude che ci sia un'ulteriore deroga? "Mi sembra molto difficile- ha risposto De Biasi- ma può essere che ci sia una deroga per quel che riguarda tutto il personale, cioè che si scaglioni nel tempo. Sicuramente, però, per i cosiddetti 'h24' e 'h12' devono assolutamente farlo".
Ha proseguito la presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato: "Non credo ci sia più tempo di aspettare e questo sarebbe peraltro giusto e sacrosanto- ha sottolineato- perché il personale medico e sanitario vive una condizione di criticità vera per molti e molto motivi, tra cui anche l'organizzazione del lavoro. E questo riguarda lo Stato, perché i contratti sono nazionali, ma anche le Regioni, che devono decidere sulla governance il rapporto anche numerico tra personale amministrativo e medico-sanitario".
Quando fra poco andranno in pensione i 35mila medici, si è chiesta inoltre De Biasi, "noi come li sostituiamo? Allora, quello che voglio dire è che questa questione riguarda certamente la sanità, ma anche l'università: è un lavoro che bisogna fare insieme, abbattendo i muri come fa tutto il mondo. Solo noi lavoriamo da soli nelle nostre stanze, sprecando in questo modo rispose. Se collaborassimo, invece, le stesse risorse si ottimizzerebbero e magari si riuscirebbe a portare a casa- ha concluso- anche qualche risultato. Sarebbe pure ora".
(Wel/ Dire)