(DIRE) Roma, 6 nov. - La corruzione, in sanità, ha le ore contate. Parola di Anac, ministero della Salute ed Agenas, che questa mattina hanno presentato a Roma un primo documento rivolto alle aziende sanitarie pubbliche e agli enti assimilati che costituisce, insieme a tutti gli altri interventi di settore, una base per costruire 'un'amministrazione sanitaria trasparente, responsabile, integra e concretamente universalistica a tutto campo'. Ma perché, all'interno del Piano nazionale Anticorruzione, si è pensato ad una sezione specifica per la sanità? 'Rispetto ad altri settori della pubblica amministrazione- hanno fatto sapere- la sanità risente di alcuni fattori i cui effetti sono maggiormente percepiti dalla collettività, in ragione della peculiarità del bene salute da tutelare'. Il documento è stato illustrato da Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, e Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione, presso l'auditorium 'Cosimo Piccinno' del dicastero.
Il documento, nello specifico, si compone di una prima parte che 'estende alcune aree di rischio generale- hanno spiegato- prevedendo per la sanità indicazioni specifiche a supporto del management delle aziende sanitarie, per prevenire il verificarsi di eventi rischiosi a danno del sistema e dei cittadini'. Tali aree sono: contratti pubblici, incarichi e nomine, gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio, controlli, verifiche e ispezioni.
'In tutti questi ambiti- hanno fatto sapere- le azioni individuate volgono prevalentemente ad aiutare le organizzazioni, anche fornendo esempi concreti, ad una revisione interna dei processi a partire dalla conoscenza di ogni dettaglio organizzativo e di ciascun livello e profilo di responsabilità. Il tutto, al fine di sistematizzare le informazioni, evitare una visione parcellizzata delle responsabilità, favorire la comunicazione tra parti interdipendenti di un sistema, sburocratizzare e promuovere la cultura del 'valore delle risorse pubbliche''.
Oltre alle aree di rischio generale, il documento fornisce inoltre chiare indicazioni sulle aree 'a rischio specifico', alle quali rivolgere 'la massima attenzione, anche per i risvolti direttamente collegati alla percezione della qualità dei servizi da parte dei cittadini- hanno proseguito- allo sviluppo della ricerca e dell'innovazione in sanità e per l'importanza che le azioni suggerite rivestono in tema di lotta agli sprechi e di recupero della fiducia del cittadino'. Tali aree sono: attività libero professionale e liste di attesa; rapporti contrattuali con privati accreditati; farmaceutica, dispositivi e altre tecnologie (ricerca, sperimentazioni e sponsorizzazioni); attività conseguenti al decesso in ambito intraospedaliero.
'Contestualizzare i principi di trasparenza, responsabilità, etica ed integrità- hanno spiegato ancora gli esperti durante la presentazione del Piano nazionale Anticorruzione in sanità- all'interno del sistema sanitario e delle organizzazioni che lo compongono si è reso particolarmente urgente anche attraverso una lettura autentica del funzionamento del sistema per come rilevato dall'analisi dei piani triennali di prevenzione della corruzione, ad oggi adottati dalle aziende sanitarie.
Tale ricognizione ha consentito di far emergere, a fronte dell'impegno delle organizzazioni di attendere pienamente alle prescrizioni dell'Autorità, l'esigenza, avvertita dalle organizzazioni stesse, di indicazioni metodologiche e strumenti operativi più specifici che meglio orientino nell'analisi dei processi e nella revisione dei sistemi di gestione, controllo e monitoraggio interni'.
In questa fase, dunque, si è intervenuti ad esaminare 'alcuni ambiti particolarmente 'sensibili'- hanno spiegato ancora gli esperti- in quanto centri di maggior impegno di risorse professionali ed economiche e di confluenza di relazioni. La sanità si è trovata quindi pronta ad affrontare questo lavoro, avendo già a disposizione un sistema organizzato di informazioni e di tracciabilità di dati'. Solo attraverso la più ampia condivisione e 'messa in pratica' del sistema di valori, quindi, che devono 'ispirare l'agire di chiunque sia tenuto ad assicurare un servizio e, quindi un interesse pubblico, si può avere una reale maturazione del sistema, oltre che- hanno concluso- una piena legittimazione delle risorse per esso impiegate'.
BEATRICE LORENZIN (MINISTRO DELLA SALUTE) 'Questo documento e' frutto di un lungo lavoro tra Agenas e l'Autorita' nazionale Anticorruzione per fare una prevenzione del sistema corruzione all'interno delle aziende ospedaliere, regionali e locali, che gestiscono l'attivita'. Si tratta quindi di un manuale delle procedure anticorruzione, che abbiamo a disposizione per le singole realta' delle strutture ospedaliere, per combattere e quindi prevenire questo fenomeno.
Mai come in questo caso, quindi, possiamo dire che prevenire e' meglio che curare'.
'Abbiamo predisposto una serie di procedure- ha spiegato Lorenzin- da dare alle strutture ospedaliere, alle aziende e ai loro responsabili anticorruzione, cosi' come previsto dalla legge, per individuare dei percorsi certi che rendano anche agli operatori piu' agibile operare nelle amministrazioni'. Quanto alle sanzioni, ha sottolineato infine il ministro, 'non saranno di tipo sanitario ma legale e penale, dal momento che saranno in capo all'Anticorruzione'.
RAFFAELE CANTONE (ANAC) 'Il documento che presentiamo oggi e' frutto di un lavoro lungo che viene svolto da vari mesi e che rappresenta, per certi versi, una piccola rivoluzione copernicana. Voglio fare dei ringraziamenti perche' a questo lavoro ha partecipato una parte significativa dell'Autorita', coadiuvata da strutture di uffici che hanno lavorato con l'Agenas. Ma qual e' la filosofia di questo nuovo documento? Si tratta certamente di un piccolo metodo rivoluzionario, che poi dobbiamo capire meglio come tradurlo nella pratica'.
'La legge Severino- ha spiegato Cantone- prevede che ogni amministrazione debba oggi dotarsi di piani di prevenzione della corruzione e che, su tali piani, debbano essere fatte analisi di rischio. C'e' una doppia articolazione, nello specifico, che prevede un piano di prevenzione nazionale a cui i diversi piani di ogni amministrazione devono adeguarsi, tenendo presente le specificita'. Il piano di prevenzione che in questo momento e' operativo e' quello del 2013, che e' stato adottato dal dipartimento della funzione pubblica perche' all'epoca non era ancora competenza dell'Anac. Noi per il 2016 non abbiamo modificato il piano, ma abbiamo semplicemente fatto un'integrazione, nella quale abbiamo ritenuto di sperimentare una strategia assolutamente nuova'.
Tale strategia, prosegue ancora Cantone, deriva dal fatto che 'fino ad oggi i piani di prevenzione della corruzione sono stati intesi dagli organismi, e soprattutto dai singoli enti, come meri adempimenti burocratici: in poche parole, ognuno copiava il piano di prevenzione fatto da un altro. E nella sanita', purtroppo, abbiamo trovato un sacco di vicende di questo tipo, di ospedali che si copiavano, e ce ne sono di casi eclatanti, i piani di prevenzione senza aver fatto nessuna analisi di rischio.
Nell'aggiornamento del piano, allora, noi abbiamo provato a mettere in campo qualcosa di diverso e nuovo, cioe' provando noi a fare l'analisi di rischio e a indicare con precisione che cosa doveva essere fatto, ma non nell'ambito del piano generale'.
Ha aggiunto il presidente dell'Anac: 'Se si fanno quindi singoli addenda ai piani, che riguardano specifiche realta', si possono fare analisi di rischio specifiche. E questo significa che Asl e ospedali, adesso, non potranno non tener conto di queste aree di rischio e non prendere in considerazione che, all'interno di queste- ha concluso Cantone-dovranno fare una serie di valutazioni'.
LUCIA BORSELLINO (AGENAS) 'Il sistema sanitario e' un valore e come tale deve essere preservato da tutti i possibili rischi che ne minino le fondamenta. L'integrita' di tale sistema e dei professionisti che vi operano a tutti i livelli, infatti, e' la condizione necessaria e indispensabile perche' si possano garantire e rendere sostenibili i servizi a tutti i cittadini in modo equo e senza discriminazioni. Prevenire il rischio di comportamenti corruttivi in sanita', quindi, significa rendere trasparenti i processi organizzativi e gestionali, le relazioni interne ed esterne da parte degli operatori. Ma significa anche superare le diffidenze al cambiamento, senza il quale resistono le cattive prassi e non possono crearsi le condizioni per il miglioramento e la crescita individuale e collettiva'.
'Le nuove indicazioni contenute nella sezione specifica per la sanita' di aggiornamento del Pna- ha spiegato Borsellino- hanno proprio lo scopo di promuovere, con un linguaggio noto agli operatori del sistema, comportamenti virtuosi e buone pratiche ed alimentare quel senso di positiva 'appartenenza' al sistema stesso e per la funzione ricoperta, che e' alla base del benessere organizzativo e della qualita' dei servizi resi ai cittadini e percepiti da questi ultimi. Questa percezione fonda il rapporto di fiducia tra il cittadino e il sistema sanitario e tra le persone che interagiscono all'interno di esso'.
Borsellino, quindi, ha aggiunto: 'Proseguiremo nell'ambito dei tavoli tematici, che vedono anche la partecipazione di esperti delle regioni e di aziende sanitarie, ad approfondire alcune problematiche specifiche particolarmente avvertite dalle organizzazioni sanitarie e dai professionisti, ai fini dell'individuazione ed implementazione di strumenti sempre piu' mirati e capaci di supportare le aziende, anche rispetto ai cambiamenti organizzativi- ha concluso- e al determinarsi di nuove esigenze e di nuovi eventi'.
(Cds/ Dire)