(DIRE) Roma, 4 nov. - "Siamo d'accordo sul fatto che ci siano i tagli in sanità, ma anche i medici devono prendersi la propria responsabilità. Senza voler sempre analizzare le cause della crisi del sistema sanitario, che sono di varia natura, io credo che ciascuno dei protagonisti del mondo della sanità debba oggi autonomamente assumersi le proprie responsabilità e definire una sua strategia nei suoi comportamenti". Così Claudio Cricelli, presidente della Simg (Società italiana di Medicina Generale), intervistato dalla Dire a margine di un evento organizzato a Roma dall'Associazione culturale 'Giuseppe Dossetti' per fare il punto sulla situazione relativa ai fondi previsti per la sanità nella Legge di stabilità. L'incontro si è svolto oggi presso la sala Capitolare del Senato della Repubblica.
"Noi siamo dell'idea- ha proseguito- che sia giunta l'ora, per i medici, di andare a mostrare innanzitutto il risultato dei loro interventi di cura, di riuscire a pesarli e di andare a mettere sul tavolo l'efficienza che si può raggiungere semplicemente andando a vedere come e quanto curiamo bene i nostri pazienti; oltre che chiedere anche, magari, che i medici vengano valutati per la qualità della loro prestazione personale. Questo sarebbe già un grandissimo cambiamento, lasciando poi agli altri di contribuire per la loro parte al salvataggio del Sistema sanitario nazionale".
Sull'innovazione, intanto, secondo Cricelli l'Italia "è un Paese bloccato dalla paura: se si continua a considerare l'innovazione come prodotti che sono ormai in commercio da decine di anni- ha spiegato- e non si accetta il concetto che non esiste ormai più nessuna ragione per la limitazione irrazionale di tali prodotti, per esempio per il diabete o l'osteoporosi, noi stiamo commettendo un falso storico e stiamo impedendo ad alcune categorie di medici di usare esattamente i farmaci che sono stati creati per l'impiego nella medicina generale. Non esiste una ragione per questo impedimento, ma soltanto la paura, immotivata, che salti la spesa sanitaria. Ma in tutto il mondo dove questi farmaci vengono usati, la spesa sanitaria non è vero che è saltata. I medici di medicina generale, tra l'altro, sono i più controllabili di tutti i medici del Ssn: siamo gli unici, infatti, di cui sappiamo vita, morte e miracoli. Questa paura, insomma, è l'unica causa che limita l'impiego dei cosiddetti farmaci innovativi- ha concluso- ma che oramai sono stagionati".
(Cds/ Dire)