Roma, 2 nov. - Articolo tratto da "La Repubblica". Saranno oltre mille le assunzioni nella Sanità da qui al 2018. Parola del governatore Nicola Zingaretti, che della Sanità regionale è commissario di governo. Lui, in verità, azzarda di più. Annuncia la stabilizzazione di "oltre mille precari". Che, però, dal decreto che sta per firmare, così tanti non sono. "Chi vivrà vedrà", replica Alessio D'Amato, coordinatore della Cabina di regia per la Sanità, confortato dal consenso di 19 sindacati (di medici e no) su 20, che hanno sottoscritto un accordo e benedetto il decreto. "Insieme si può", dice Patrizia Di Berto (Cgil). Quel decreto, va detto, segna una svolta per tante famiglie. Muoviamo da qui: nel 2016 il turnover (sostituzione di quanti lasciano il lavoro per la pensione o altro) resterà al 30%, quota fissata, dopo il raddoppio, dal decreto commissariale 402 dell'agosto scorso. Nel 2017 si attesterà al 40%. E crescerà, nel 2018, di altri 10 punti. Così, se le uscite interessano un migliaio di persone all'anno, nel triennio 2016-2018 potranno essere assunti a tempo indeterminato 1.200 operatori sanitari: 300 nel 2016; 400 nel 2017; 500 nel 2018.
Di questi ingaggi, però, in forza del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 23 aprile scorso, la metà sarà composta da precari. Che quel dpcm indica in chi ha maturato, al 30 novembre 2013, tre anni continuativi di servizio o cinque anche con discontinuità. Con questi requisiti, nel Lazio ci sono 1.645 operatori (su un totale di precari stimato in 2.600).
Quelli da assumere a tempo indeterminato, dunque (dopo i 280 di quest'anno), saranno 150 nel 2016; 200 nel 2017; 250 nel 2018. In tutto, 600 nel triennio. Quali saranno i fortunati? Dipenderà dal fabbisogno di personale di ciascuna azienda, ospedale o Asl che sia, con l'occhio sulle "dotazioni organiche" approvate (finora solo cinque).
D'Amato si spinge oltre il decreto che - spiega - "sarà rimodulato in corsa con lo sblocco totale del turnover". Così verrà scritto nei nuovi Programmi operativi (quelli in essere scadono il 31 dicembre). "L'unico vincolo", annuncia, "sarà la spesa per il personale del 2004 decurtata dell'1,4%". Possibile, stante il Piano di rientro? C'è chi dice sì: "L'avvio di un percorso che, per la prima volta ha il viatico non solo di un'intesa con i sindacati ma di un decreto, rende credibile la vittoria della sfida". Lo sblocco totale del turnover, però, non sembra così a portata di mano stante il permanere del rosso dei conti: dai 367 milioni di deficit sanitario nel consuntivo 2014 (sceso per la prima volta sotto il 5% del Fondo sanitario di 10 miliardi) si naviga ora verso i 400 stimati per il 2015 (complice anche le uscite per il costoso farmaco contro l'epatite C).
Dove si prenderanno i soldi per le assunzioni? "A spese nascenti dovranno corrispondere spese cessanti", prescrive il decreto di Zingaretti. E indica tagli su tre voci: Consulenze, oggi attestate sulla cifra record di 50 milioni (9 solo a Frosinone); Produttività aggiuntiva (il doppio lavoro dei medici negli ospedali pubblici) e Straordinari del personale non medico. Tre capitoli di spesa che valgono oltre 62 milioni all'anno.
(Wel/Dire)