Roma, 31 mar. - "L'ASL è responsabile civilmente del fatto illecito che il medico, con essa convenzionato per l'assistenza medico-generica, abbia commesso in esecuzione della prestazione curativa, ove resa nei limiti in cui la stessa è assicurata e garantita dal S.S.N. in base ai livelli stabiliti secondo la legge". È questo il principio base sancito dalla Cassazione in una sentenza che ha condannato un'azienda sanitaria piemontese come responsabile del danno e a risarcire le vittime.
Il caso risale al 1997 e riguarda la causa presentata da due coniugi contro il medico di base e la Asl. Il medico, condannato in secondo grado e che non ha fatto ricorso in Cassazione, a fronte di una chiamata della moglie del paziente che presentava sintomi di ischemia cerebrale sarebbe intervenuto il giorno dopo e avrebbe prescritto cure inadeguate". Tutti elementi che avevano portato alla paralisi della parte sinistra del paziente che fino alla morte ha avuto necessità di cure e assistenza continue.
Come detto in secondo grado era stato condannato il medico di base ma la Cassazione ha sancito che oltre a lui è responsabile anche la Asl e dovrà anch'essa risarcire il danno.
(Com/Dire)