(DIRE) Roma, 31 mar. - "Il direttore generale della Asl RmC si prepara a trasformare l'ospedale Sant'Eugenio in un grande pronto soccorso e il Cto in un ambulatorio per la chirurgia della mano. Tutto questo all'interno di un territorio che ha un bacino di utenza che supera i 500mila residenti e che fa parte di un quadrante della citta' in continua espansione urbanistica. Senza tenere conto che fra qualche mese a Roma avremo il Giubileo". Lo ha dichiarato il consigliere regionale Pietro Sbardella commentando l'audizione in commissione Politiche sociali e Salute del Direttore generale della Asl RmC Carlo Saitto.
"L'atto aziendale presenta approcci organizzativi che hanno lasciato perplessi i consiglieri, consapevoli che tale impostazione mortifica le tante professionalita' presenti e portera' alla fuga delle eccellenze, in danno alla quantita' e qualita' delle cure presso i presidi ospedalieri. Nessuno pensava - ha precisato Sbardella- che Zingaretti mantenesse la parola sulla creazione di un Trauma Center al Cto ma ci saremmo aspettati che almeno definisse in maniera adeguata il fumoso rapporto con l'Inail. Cosi come sul Sant'Eugenio nessuno immaginava che potesse diventare un Dea di 2 livello, ma da una lettura dell'atto aziendale non c'e' nemmeno la volonta' di lasciarlo Dea di 1 livello. I cittadini della Asl RmC meritano qualcosa di meglio, per questo il presidente Zingaretti valuti l'opportunita' di cambiare alcuni direttori generali prima della scadenza del mandato per evitare che facciano danni irreparabili. Se necessario - conclude Sbardella- glielo andremo a ricordare nella conferenza stampa sulla sanita' che, a quanto pare, si dovrebbe tenere giovedi' prossimo in giunta. Spiegheremo anche al ministro Lorenzin che nel Lazio c'e' chi pensa di fare le nozze con i fichi secchi".
(Com/Enu/Dire)