(DIRE) Roma, 2 mar. - La chiusura dell'Istituto di Medicina legale della Sapienza di Roma non e' frutto della presenza di morti nei corridoi ("Le pare possibile? Sono falsita' giornalistiche"). Il direttore generale del policlinico Umberto I, Domenico Alessio, in un colloquio con l'agenzia DIRE, esclude la presenza di cadaveri nei corridoi e difende l'operato del rettore, Eugenio Gaudio, che ha chiuso l'obitorio.
"Il rettore si e' trovato di fronte ad una situazione gia' esistente e ha deciso di prendere un provvedimento che era necessario per assicurare la funzionalita' della struttura e garantire la salute dei lavoratori- ha spiegato Alessio- Guadio non ha colpe". Dove cercarle, allora? "Esiste una convenzione, onerosa, tra l'Ama e il Dipartimento di Medicina legale. Partirei da li'...".
Le carenze dell'Istituto, ha spiegato Gaudio, riguardano deficit strutturali, che sono stati riscontrati dai Nas, e vecchie prescrizioni per l'adeguamento dell'Istituto. "Da parte mia posso assicurare la massima disponibilita' per superare le difficolta' riscontrate dai Nas nel corso della loro ispezione. Cercheremo di attivare tutte le procedure per riaprire l'Istituto quanto prima". Alessio, pero', esclude che la chiusura dell'obitorio crei problemi per la citta' di Roma. "L'Umberto I si e' reso autonomo trasferendo la camera mortuaria all'interno del policlinico e gia' da ottobre 2014 le autopsie che ci riguardano non vengono fatte qui. Adesso, con la chiusura dell'Istituto, a occuparsi delle autopsie saranno i policlinici Gemelli e Tor Vergata".
(Mel/Dire)