(DIRE) Roma, 28 mag. - "Dalla scorsa settimana sono disponibili in Italia, con costi interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale ed attraverso un sistema di distribuzione controllata, tutti i farmaci che consentono terapie di combinazione senza interferone per il trattamento dell'epatite C cronica. Queste terapie, che consentono la definitiva eliminazione del virus in oltre il 90% delle persone trattate con cicli di cura brevi e ben tollerati, possono essere utilizzate in pazienti con malattia epatica piu avanzata, e dunque piu a rischio di complicanze gravi. La disponibilita di queste terapie rappresenta una sfida rilevante per il SSN, per via dei costi elevati e per l'elevato numero di pazienti, ma anche una grande opportunita per i pazienti affetti da questa patologia, che hanno tutti diritto al trattamento". Lo afferma, in una nota, Marco Marzioni, segretario Associazione italiana studio fegato (Aisf).
"In considerazione della necessita di garantire un accesso rapido alle cure ai pazienti l'Aifa ha individuato alcuni criteri per l'assegnazione delle priorita al trattamento, sentite le principali Societa Scientifiche. Tali criteri si fondano sul principio che i bisogni di salute dei malati di HCV variano notevolmente in ragione della progressione della malattia. A fronte di casi in cui l'infezione determina una malattia lieve e spesso con una evolutivita blanda da non inficiare in maniera significativa la salute, nelle circostanze cliniche che ricadono all0interno dei criteri di priorita attuali vi e un rischio sostanziale di una evoluzione infausta nel breve e medio termine. A questi criteri le Regioni debbono attenersi per l'erogazione dei farmaci in questione".
"Per quanto le disposizioni ministeriali siano chiare sui criteri, l0accesso alla terapia è iniziato in maniera eterogenea sul territorio nazionale, mentre si è aperto un ampio dibattito sul diritto alle cure, a cui sono seguite proposte di soluzioni e atteggiamenti differenziati dei vari stakeholders- aggiunge Marzioni- A tale proposito, l'Aisf ritiene che le persone, gli enti privati o pubblici, nazionali o locali che affrontano il problema della terapia dell'epatite C debbano farlo nell'ambito di un rigoroso senso etico e nel pieno rispetto della sofferenza e del disagio di chi e malato. Ogni proposta di accesso alle cure deve infatti tenere conto in primo luogo del diritto di chiunque a ricevere terapie efficaci ed adeguate, ma anche delle possibilita del sistema di garantire modalita di accesso efficaci ed eque, che preservino i piu deboli e bisognosi di cura nell'immediato".
(Com/Wel/ Dire)