(DIRE) Roma, 27 mag. - "Il modello 'Casa della salute' sta cominciando a funzionare. Avevamo l'obiettivo di aprirle e le abbiamo aperte, adesso dobbiamo mettere in piedi tutti quei meccanismi che servono a portare il loro funzionamento a regime. L'operazione è complessa perché implica la collaborazione di moltissimi pofessionisti; poi ci sono problemi legati al sistema informativo, oltre che tutta un'attività di tipo pionieristico. Non possiamo aspettarci che il modello funzioni da un giorno all'altro, ma l'importante era partire con un percorso e questo è accaduto. Dunque la sfida, oggi, è fare in modo che a regime si vada nella maniera più efficiente e rapida pissibile". Così alla Dire Vincenzo Panella, direttore generale Asl Roma D, a margine dell'evento 'Case della salute: lavori in corso. Cittadini, amministratori e operatori sanitari a confronto', in corso a Roma presso lo spazio Fandango Incontro.
"Noi abbiamo aperto la 'Casa della salute' di Ostia- prosegue Panella- e stiamo facendo adesso un'operazione di ottimizzazione della parte informatica e di formazione degli operatori, sulla questione della presa in carico dei percorsi diagnostico-terapeutici. In questo momento, però, stiamo già pensando di aprire altre case della salute in altri distretti: l'obiettivo è di aprirne una il prima possibile nel distretto di Fiumicino, mentre per quanto riguarda i due distretti del centro, i municipi XI e XII, cioè il tessuto urbano della realtà interna al raccordo, abbiamo qualche difficoltà in più per reperire le strutture idonee, ma- conclude Panella- stiamo lavorando con i presidenti dei municipi per individuarle".
- ASL RME - "Le case della salute possono funzionare come luogo per innovare il servizio che offriamo ai cittadini. Se mi si chiede se stanno funzionando, la risposta è: ci stiamo provando. La casa della salute Trionfale, per esempio, è stata inaugurata il primo dicembre e da gennaio, per il punto unico d'accesso, ha dato risposta a più di mille cittadini, anziani ma anche persone che hanno patologie o richieste di bisogno che integrano la parte sociale con quella sanitaria. Credo che le case della salute, quindi, siano un luogo di sperimentazione e innovazione importante, anche grazie alla presenza dei medici di medicina generale, dell'ambulatorio infermieristico, oltre che del coinvolgimento delle associazioni di volontariato e dell'integrazione con il municipio". Così alla Dire Angelo Tanese, direttore generale Asl Roma E, a margine dell'evento 'Case della salute: lavori in corso. Cittadini, amministratori e operatori sanitari a confronto', che si è svolto questo pomeriggio a Roma presso lo spazio Fandango Incontro.
"Dobbiamo anche pensare, però, che la casa della salute- prosegue Tanese- non è l'unico luogo dove si produce salute, perché sul territorio di un'azienda sanitaria ci sono tanti servizi. Il nostro compito, allora, deve essere quello di migliorare l'integrazione e la qualità di tali servizi". Ma in che cosa, nella sua casa della Salute, c'è da correggere il tiro? "C'è sempre da migliorare- risponde il direttore della Asl Roma E- noi abbiamo delle difficoltà collegate anche al fatto che la nostra Regione è in piano di rientro, quindi spesso, per esempio, non possiamo mettere a disposizione tutto il personale che vorremmo e questo va ad impattare anche sugli orari. Abbiamo poi l'esigenza di migliorare i servizi informativi, con le banche dati, e forse dovremmo anche migliorare la comunicazione per i cittadini, perché l'accoglienza passa anche attraverso la chiarezza dei messaggi. Infine- conclude Tanese- dovremmo mettere insieme tutti gli attori e gli specialisti".
- ASL RMH - "Il modello 'Casa della salute' di Zingaretti è partito da circa un anno e credo ci siano i segnali per ritenere che questa sia la via giusta. Dire che funziona appieno sarebbe non corretto, ma dire che tutti gli interlocutori stanno lavorando per farlo funzionare bene è certamente vero". Così alla Dire Fabrizio D'Alba, direttore generale Asl Roma H, a margine dell'evento 'Case della salute: lavori in corso. Cittadini, amministratori e operatori sanitari a confronto', che si è svolto questo pomeriggio a Roma presso lo spazio Fandango Incontro.
"Ci sono degli ambiti che vanno senz'altro potenziati- prosegue D'Alba- per esempio c'è sempre più bisogno che sanità, sociale e terzo settore lavorino insieme con maggiore fluidità, ma a questo ci si arriva gradualmente camminando insieme".
In riferimento alla presa in carico e ai protocolli diagnostici-terapeutici, aggiunge il direttore generale della ASL Roma H, anche qui "si era partito lentamente, ma grazie all'accordo con i medici di medicina generale- spiega- c'è stata una grande accelerazione. A questo punto loro potranno diventare i motori del cambiamento dei modelli di presa in carico, favorendo così anche noi aziende, che enunciamo questo modello perché ci crediamo, ma che aspettiamo anche che qualcuno lo riempia di contenuti".
In questo caso, secondo D'Alba, il contenuto sono le "persone che, per caratteristiche, devono rientrare in quel percorso e appropriatamente devono essere prese in carico dalla struttura sanitaria. Credo si tratti di un modello assolutamente credibile, su cui è giusto continuare ad investire e crederci, perché sono sicuro che porterà ai risultati attesi".
Ma quali sono le maggiori criticità della sua Asl? "La prima, come già detto- risponde ancora D'Alba- è l'avvio dei protocolli diagnostico-terapeutici, che è stato faticoso e che lo è tuttora. Questo perché c'è da mettere insieme delle comunità di professionisti che, per diverse ragioni, sono stati abituati a lavorare sempre diversamente. Ma ripeto, dopo l'accordo qualcosa si sta muovendo".
L'altra criticità, invece, riguarda "la relazione tra i vari soggetti, istituzionali e non, e in questo bisognerebbe avere più continuità nei rapporti. Di certo è l'assetto più faticoso, ma anche in questo caso ho la percezione che nelle comunità- conclude il direttore generale della ASL Roma H- si sia compreso che l'unica via è l'integrazione dei saperi, delle conoscenze e degli obiettivi".
- ASL RMB - "La casa della salute è un modello che funziona e che stiamo attuando nel Lazio, dove sono state aperte le prime otto strutture. Devo dire che i cittadini sono molti soddisfatti di questa iniziativa". Così alla Dire Vitaliano De Salazar, direttore generale Asl Roma B, a margine dell'evento 'Case della salute: lavori in corso. Cittadini, amministratori e operatori sanitari a confronto', in corso a Roma presso lo spazio Fandango Incontro.
Ma ci sono criticità? "Di criticità non ce ne sono- risponde De Salazar- ma è un modello che stiamo implementando. Ora partiremo immediatamente con i percorsi cronici, riguardanti i malati diabetici, e poi con lo scompenso cardiaco e il Bpco.
Insomma- conclude il direttore della Asl Roma B- stiamo provvedendo ad aumentare giorno per giorno il modello casa della salute".
(Wel/ Dire)