(DIRE) Roma, 26 mag. - Sono tornati ad essere di nuovo la prima malattia urologica trattata dagli specialisti negli ospedali italiani. Ogni anno si registrano nel nostro Paese oltre 100mila nuovi casi di calcoli ai reni e il disturbo colpisce il doppio gli uomini rispetto alle donne, soprattutto dopo i 30 anni. "I motivi di questo boom? Dieta troppo ricca di grassi e proteine di origine animale- spiegano gli esperti- e stili di vita scorretti come grave eccesso di peso e sedentarieta'". E' quanto emerge dal 22° Congresso nazionale dell'Associazione urologi italiani (Auro), che e' in programma fino a domani a Bologna. "La calcolosi renale- spiega Pierpaolo Graziotti, presidente Auro- e' tra le malattie quella che piu' di tutte e' tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni. Come numero di nuovi casi da affrontare, infatti, ha ormai superato i tumori del tratto urinario e l'ipertrofia prostatica benigna".
Chi ne soffre, prosegue Graziotti, vede "seriamente minata la propria qualita' di vita. Si manifesta attraverso sensazione di bruciore durante la minzione, tracce di sangue nelle urine e fortissimo dolore, soprattutto quando, l'organismo cerca di espellere il calcolo. E' percio' un disturbo invalidante che puo' inoltre ripresentarsi piu' volte anche a distanza di molto tempo". Negli anni '80, spiega poi Massimo Perachino, direttore dell'Urologia dell'Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, era "una patologia che trattavamo di piu' noi urologi. La calcolosi e' spesso il risultato di stili di vita errati soprattutto a tavola. Un'alimentazione scorretta favorisce, infatti, la formazione di aggregazioni di minerali e quindi dei tipici 'sassolini' che contraddistinguono la malattia".
In ambito urologico, sottolineano ancora gli esperti, gli ultimi anni si sono contraddistinti per l'introduzione di nuove strumentazioni tecnologiche sempre meno invasive e che garantiscono una buona qualita' di vita. "Grazie alla Rirs o Retrograde Intrarenal Surgery, siamo in grado di operare in modo efficace la calcolosi renale e di rimuovere gli spiacevoli 'sassolini'- Si tratta di una tecnica endoscopica con la quale e' possibile risale dall'uretere fino a dentro il rene.
I tempi di convalescenza sono molto rapidi rispetto al passato e a differenza del tradizionale bisturi non provoca ferite chirurgiche. Nel giro di pochi giorni il paziente- conclude- puo' tranquillamente tornare alle sue normali abitudini di vita".
(Com/Cds/Dire)