(DIRE) Roma, 25 mag. - Qualche anno fa doveva essere soppresso dal ministero della Salute per motivi di spending review. Oggi festeggia i 25 anni di attivita' che gli hanno consentito di diventare un punto di riferimento per centinaia di pazienti che, soprattutto dall'Africa e dai Paesi del Mediterraneo, vi si rivolgono in cerca di cure per malattie come la talassemia e l'anemia falciforme. L'Ime, l'Istituto mediterraneo di ematologia, spiega il suo presidente Aldo Morrone, "da anni e' impegnato nell'accogliere le persone che vengono dall'Africa ma soprattutto nel trasferimento di know how scientifico per investire nell'attivita' clinica delle varie universita' dell'Africa". Con l'obiettivo che queste persone "non abbiano piu' bisogno di essere aiutate a trovare un futuro scientifico, clinico e umano".
L'Ime si occupa in particolare delle cosiddette 'malattie dimenticate', "che in realta' colpiscono piu' di un miliardo di persone, in gran parte in Africa. Molte di queste sono mortali e pericolose- spiega Morrone- per questo dobbiamo investire sulla ricerca ma anche sull'assistenza per liberare il continente da questo tipo di malattie, e soprattutto perche' cosi' si determina un futuro migliore per il resto del mondo".
Oggi si celebra la Giornata mondiale dell'Africa, ma quando questo continente smettera' di essere considerato solo un problema? "Ci sono alcuni Stati che hanno avuto un aumento del Pil senza eguali in Europa. C'e' tantissima volonta' di investire sulla formazione e sulla conoscenza attraverso la creazione di centinaia di giovani universita': gli africani chiedono un riconoscimento della loro cultura e l'Europa deve essere pronta ad avere un rapporto di pari dignita' con loro".
A sottolineare l'importanza dell'attivita' sul posto dell'Ime, dal 18 al 21 novembre prossimi in Etiopia si terra' "un convegno internazionale di scienza con realta' scientifiche ed assistenziali nella giovane facolta' di medicina dell'Universita' di Axum. E' i segnale importante- puntualizza Morrone- che oggi la scienza abita in Africa e noi andiamo in Africa per imparare e condividere con i colleghi modalita' di ricerca e risultati che possono essere utili la' ma anche a tutto il mondo".
L'attivita' dell'Ime non si ferma. "Stiamo partendo per Teheran, invitati dal Governo iraniano dopo gli accordi di Losanna, per uno scambio scientifico. Poi torneremo a Beirut e nei campi profughi siriani, quindi abbiamo saremo sul confine tra l'Etiopia e l'Eritrea dove migliaia di profughi stanno cercando di attraversare il confine verso la Libia, per dare loro attenzione sanitaria e per evitare questo esodo biblico che determinera' purtroppo un disastro. Stiamo cercando di capire cosa possiamo fare- conclude Morrone- per evitare che queste persone siano costrette a fuggire dall'Africa".
(Ekp/Dire)