(DIRE) Roma, 20 mag. - "Siamo al collasso". È la secca denuncia dei Centri di riabilitazione territoriale del Lazio associati all'Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) e alla Foai (Federazioni degli organismi per l'assistenza alle persone disabili), che annunciano il loro "grave stato di crisi" e chiedono l'intervento urgente del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Nel linguaggio burocratico- scrivono in una nota- siamo gli operatori dei 'Centri di riabilitazione ex articolo 26', ma in pratica siamo quelli che si occupano del disagio fisico, psichico e sensoriale di bambini, adolescenti, traumatizzati ed anziani".
Lavoriamo ogni giorno con l'autismo, proseguono, "con il ritardo mentale, la riabilitazione fisica e cardiologica, cosi' come con persone sorde o motulese, affette da pluripatologie o patologie complesse come l'ictus. Di queste cose ci occupiamo soltanto noi, nei nostri centri diurni o residenziali. Magari solo per sentito dire- proseguono- ma tutti conoscono nel Lazio il Don Orione, il Don Guanella, l'Eugenio Litta, la Fondazione Santa Lucia, l'Anfass Roma, l'Istituto Vaccari o la Comunita' di Capodarco. Pochi, pero', sanno che nel Lazio siamo oltre 70 strutture e che seguiamo circa 12mila e 500 pazienti. Siamo enti religiosi e laici, non fa differenza".
Quello che i Centri di riabilitazione territoriale del Lazio vogliono fare, e' "far sapere all'opinione pubblica e' che le tariffe di queste strutture non vengono adeguate dal 2001. In questi 15 anni, con notevoli sforzi economici, abbiamo resistito ad un aumento dei costi del 57%; ad un taglio del budget da parte delle giunte Regionali che si sono susseguite dal 2007 ad oggi del 16%; cio' nonostante abbiamo adeguato tutti i nostri centri agli standard previsti dalle nuove normative emanate dalla Regione Lazio, facendo di essi uno dei fiori all'occhiello del sistema sanitario regionale".
Oltre ad aver esaurito le risorse economiche e patrimoniali disponibili, proseguono ancora i Centri territoriale del Lazio, "adesso siamo tutti al limite del collasso, con la conseguente prossima riduzione dei servizi, dimissione dei pazienti e possibile messa in mobilita' del personale. Chiediamo quindi al presidente Zingaretti la riapertura di un confronto con le nostre associazioni e la predisposizione di un cronoprogramma- concludono- per un pronto adeguamento delle tariffe in oggetto".
(Com/Cds/Dire)