Roma, 29 lug. - Articolo tratto da "Il Messaggero". LA SCOPERTA. Il primo farmaco in grado di rallentare il morbo di Alzheimer potrebbe essere di un paio d'anni dopo i risultati positivi dei test clinici, che mostrano una riduzione del declino mentale di un terzo. Risultati raggiunti in persone con sintomi iniziali e lievi di malattia, ha annunciato Eli Lilly, l'azienda produttrice di solanezumab, la molecola su cui sono riposte ora tante speranze contro il morbo ruba-memoria. Per la prima volta un farmaco si è mostrato efficace nel modificare i processi alla base della malattia, e non solo nell'agire sui sintomi rallentando il declino cognitivo. Gli studi clinici sono ancora in corso e non termineranno prima della fine dell'anno.
I TEST. "Non stiamo parlando di uno studio condotto sui topi, ma su malati. E questo conta", commenta Richard Morris, professore di Neuroscienze all'università di Edimburgo. La morte delle cellule cerebrali nei pazienti affetti da Alzheimer, spiegano i ricercatori, è attualmente inarrestabile ma la nuova molecola "potrebbe essere in grado di mantenerle vive". Le terapie attualmente disponibili, infatti, agiscono sui sintomi della demenza, aiutando le cellule cerebrali morenti a funzionare. La nuova molecola, al contrario, attacca le proteine deviate che si formano nel cervello colpito dalla malattia. Una prima sperimentazione della molecola, nel 2012, sembrò portare ad un fallimento. Successivamente, però, i ricercatori hanno raccolto elementi che indicavano la possibile efficacia della molecola su pazienti allo stadio iniziale. Il trial clinico ha seguito 1.322 malati per 3 anni e mezzo: il farmaco ha ridotto di un terzo il declino mentale rispetto al placebo. Si aspettano ora i risultati della fase 3. È stato dimostrato che i pazienti che hanno assunto il farmaco più a lungo hanno avuto maggiori benefici.
"Se questi risultati saranno replicati - è il commento di Eric Karran, direttore Ricerca dell'Alzheimer's Research UK - allora penso che si tratterà di un grandissimo passo avanti" Anche in Italia il numero dei casi di Alzheimer è in continua crescita. Ogni dieci minuti un italiano si ammala ma solo 800mila sono censiti. Questo soprattutto perché il 46% dei medici afferma che l'Alzheimer è sottostimato a causa dell'assenza di test specifici e definitivi. Limiti che portano ad una mancata diagnosi iniziale nel 43% dei casi e che avviene solo quando è già ad uno stadio molto avanzato o grave.
(Com/Dire)