Roma, 28 lug. - Articolo tratto da "La Repubblica". È in vista il ritorno alla normalità per la sanità del Lazio: c'è il rientro dal deficit che, con picchi anche di 2 miliardi di euro all'anno (nel 2006), l'ha accompagnata per un decennio. Si uscirà dal commissariamento, almeno tecnicamente, dopo un anno dalla certificazione dei dati finanziari. Intanto, conti alla mano, oggi i ministeri dell'Economia e della Salute, nel cosiddetto Tavolo di verifica, certificheranno il consuntivo 2014 che, per la prima volta dal 2006, vede il disavanzo attestato sotto la soglia del 5 per cento del Fondo sanitario regionale (10,3 miliardi), condizione indispensabile per il rientro.
Dai dati elaborati dalla Regione e validati dal suo advisor, la società di consulenza finanziaria Kpmg, il disavanzo 2014 si attesterebbe sui 313,6 milioni. Che, rispetto al consuntivo 2013 (669,6 milioni) vogliono dire 356 milioni in meno. Un bel risultato. Migliore anche di quello atteso con i cosiddetti Programmi operativi (347 milioni). Così, con un deficit finalmente sotto controllo, la Regione potrà guardare avanti puntando davvero al superamento della fase commissariale e al pareggio di bilancio come più volte annunciato (e rinviato) nel corso di tutto il 2014.
Insomma, il deficit sanitario del Lazio, sul piano tecnico, potrebbe dirsi rientrato. Già, perché la fuoruscita reale dal commissariamento comporterebbe l'abbassamento dell'addizionale Irpef e dell'aliquota Irap che per le casse della Regione valgono un extragettito di oltre 800 milioni. Tant'è, i dirigenti dei ministeri questa mattina potrebbero obiettare: avete 800 milioni di extragettito per la Sanità, ne impegnerete 313 per coprire il buco e gli altri 500? Sono già stanziati per il trasporto pubblico locale, per i servizi sociali e per altre poste di bilancio distanti dalla sanità. Quando pensate di restituire Irpef e Irap regionali arrivate nel Lazio ai livelli massimi: la prima al 3,33 per cento sui redditi sopra i 35 mila euro (lo 0,9 per cento in più della media nazionale) e la seconda al 4,82 per cento (lo 0,9 per cento in più).
"L'opera di risanamento deve proseguire finché il disavanzo non sarà azzerato", indica Alessio D'Amato, coordinatore della Cabina di Regia della Sanità, "solo così potrà aprirsi la fase del risarcimento fiscale a imprese e famiglie". La Regione non dovrebbe più aver bisogno di attingere alle risorse sanitarie per coprire fabbisogni finanziari di altri settori. Così potrà restituire almeno una parte dell'extragettito alle imprese che, come il resto dei contribuenti laziali, sono le più tartassate d'Italia.
Quali leve sono state decisive per la riduzione del deficit? I risparmi sul personale (una sessantina di milioni) con un turnover al 15% (quest'anno passa al 30), sugli acquisti per beni e servizi sanitari (intorno ai 50 milioni) e sulla spesa farmaceutica (una ventina). In totale, economie sui 130 milioni. E il miglioramento deciso dell'andamento del disavanzo fa intravedere il rientro reale a partire dal 2017. Perché questo dice la norma: si esce un anno dopo il risanamento. "Anche prima", dice ottimista D'Amato, "se non saranno decurtati ancora i trasferimenti del Fondo sanitario nazionale".
Comunque accadrà quando le risorse dell'extragettito saranno impegnate per coprire solo il deficit sanitario, consolidando la vera uscita. Che significherà lo sblocco del turnover al 100 per cento, e un trattamento analogo a quello riservato alle Regioni virtuose con la verifica annuale (non più trimestrale) su scelte e conti.
(Com/Dire)