Roma, 21 lug. - Articolo tratto da "Il Sole 24 Ore". Nel pacchetto di emendamenti governativi al decreto legge enti locali in discussione al Senato arrivano le sanzioni per le Regioni che non attuano la riforma delle Province e la traduzione normativa dell'accordo sui tagli da 2,35 miliardi alla sanità, in un capitolo che si arricchisce anche di un piano straordinario per il Giubileo e di 241 assunzioni in tre anni per l'agenzia italiana del farmaco. Non compaiono, almeno per ora, i correttivi sul blocco delle assunzioni e sulle sanzioni per chi ha sforato il Patto di stabilità. Con gli emendamenti governativi, il decreto entra in quella che secondo il calendario previsto dal Governo dovrebbe essere la stretta finale. Oggi si dovrebbe completare l'esame in commissione, per l'approdo in aula domani, ma visto il calendario i giochi dovrebbero di fatto chiudersi al primo ramo, evitando nuovi interventi alla Camera che imporrebbero una terza lettura al Senato. Resta da capire se questa marcia a tappe forzate reggerà alle tensioni dell'aula. A far muovere al provvedimento un deciso passo verso il traguardo è la traduzione normativa della difficile intesa fra Governo e regioni sui tagli alla sanità, che comprende anche una stretta sulle prestazioni ambulatoriali. In pratica, entro 30 giorni dalla conversione in legge un decreto ministeriale, adottato d'intesa con le Regioni, dovrà fissare i limiti alle prescrizioni di prestazioni specialistiche, per porre "a totale carico dell'assistito" quelle considerate "inappropriate". Per i pellegrini che da dicembre arriveranno a Roma per il Giubileo straordinario, se provenienti da Paesi con i quali l'Italia non ha accordi in materia sanitaria, si prevede invece un "contributo volontario" da 50 euro per ottenere gratis l'assistenza in caso di urgenza: chi non versa i 50 euro, dovrà pagare le tariffe previste dalle Regioni. Alla sanità del Lazio viene riconosciuto un contributo da 33,5 milioni e la deroga ai limiti per le assunzioni a tempo determinato. L'altro fronte delicato è quello della mancata attuazione della riforma Delrio, che sta complicando la vita di Province e Città metropolitane. Sul punto, uno degli emendamenti firmati dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta prende di mira le Regioni in ritardo con l'approvazione delle leggi di riordino dei compiti ex provinciali: se non provvederanno entro il 30 ottobre, dovranno finanziare tutte le funzioni non fondamentali rimaste in capo alle Province, con somme che saranno quantificate con decreto degli Affari regionali. Un altro correttivo mette sul piatto 20 milioni in più all'anno (si passa da 70 a 90 milioni) di copertura statale per il passaggio alle Regioni dei centri per l'impiego, per facilitare le intese che dovrebbero alleggerire le Province di questo personale. Alla Città metropolitana di Milano vengono riconosciuti 60 milioni (altri 20 vanno a Torino) per le "esigenze straordinarie" dei loro bilanci, cioè per evitare il rischio dissesto evocato nelle scorse settimane dagli amministratori locali, e 30 milioni vanno a Province e Città metropolitane per l'assistenza ai portatori di handicap: tutte queste erogazioni vengono finanziate con i fondi sblocca-debiti non richiesti dalle Regioni. Un assegno da 200 milioni, invece, è indirizzato alla Sicilia per compensarla della riduzione del gettito Irpef determinato dalle nuove modalità di contabilizzazione degli stipendi dei dipendenti pubblici.
(Com/Dire)